3 maggio 2024
Aggiornato 06:30
Sanità

«Fazio cancella esclusività rapporto medico e servizio pubblico»

Cecconi (CGIL): «Viene meno idea Ssn come bene pubblico»

«Anziché confermare la scadenza del 31 gennaio 2009, quale data ultima per far rientrare nelle Asl l’attività libero professionale ancora svolta fuori dalle Aziende, si pensa di autorizzare tutti i medici a svolgere libera professione all’esterno delle Asl, cancellando l’esclusività del rapporto fra medico e servizio pubblico». È quanto rileva il responsabile delle Politiche della Salute della Cgil Nazionale, Stefano Cecconi, in merito all’annuncio fatto dal sottosegretario con delega alla Salute, Ferruccio Fazio, di una «ennesima modifica» alle norme che regolano l’attività libero professionale dei medici.

«Mentre è chiaro che in questo modo si favoriscono i medici che operano fuori dalle Asl», allo stesso tempo «non si capisce quale sarebbero i vantaggio per i cittadini evocati dal prof. Fazio», il quale, spiega Cecconi, «sostiene che così i medici saranno obbligati a svolgere la stessa quantità di prestazioni pubbliche e in privato».

«Ma questo - aggiunge - è già previsto dalla Legge 120, approvata il 7 agosto 2007, che doveva entrare in vigore entro gennaio 2009. Anzi la legge è più severa: impone gli stessi tempi di attesa tra attività pubblica e attività libero professionale; proprio per fare in modo che questa non sia per molti cittadini, come troppo spesso accade oggi, una scorciatoia obbligata, e a pagamento, per sfuggire alle lunghe liste di attesa o alle disfunzioni del servizi, ma diventi davvero una scelta libera». Così, precisa il dirigente sindacale, «invece di applicare rigorosamente questa norma, il Governo la modifica: premiando l’attività privata svolta al di fuori delle Asl ed eliminando l’esclusività di rapporto del medico con il servizio pubblico. Viene meno così l’idea di servizio sanitario come bene pubblico, in cui l’interesse del cittadino viene prima di quello, per quanto legittimo, di chi esercita una professione».

«Nessuno vieta ai medici di fare libera professione ‘extramoenia’ - continua il sindacalista -, cioè esclusivamente fuori dall’azienda, ma deve essere chiaro che non possono godere dei vantaggi, anche economici, che da l’esclusività di rapporto con il servizio pubblico. E’ l’esclusività del medico con il servizio pubblico che doveva, e deve, essere adeguatamente compensata. Il sottosegretario - conclude Cecconi - ha dichiarato di essere aperto ‘a suggerimenti del mondo politico e professionale’: è un fatto positivo, anche se è evidente che l’argomento oltre ad essere valutato dai professionisti interessati, deve essere oggetto di un ampio confronto, perché le scelte che si assumeranno riguardano milioni di cittadini».