28 marzo 2024
Aggiornato 12:00
Sciopero generale della scuola

Contro i tagli al cuore del Paese

Il PD in corteo: «Ora lavoriamo per il referendum»

«E' una grande manifestazione del mondo della scuola dei sindacati così come è di tanti cittadini che si affacciano alla finestra e solidarizzano. Il governo ascolti il mondo della scuola perché questa riforma sono solo tagli al cuore del paese». Walter Veltroni, partecipando al corteo contro la riforma Gelmini in corso per le strade della capitale, è severo contro il governo e ribadisce che contro il decreto legge, che ha ricevuto l’ultimo ok ieri al Senato, il PD continuerà la battaglia «con lo strumento referendario». Per il segretario dei democratici questa è la cosa da fare se si vuole difendere la scuola, cioè «il cuore delle scelte fondamentali di un paese che vuole essere forte e competitivo».

«Oggi a Roma centinaia di migliaia di persone, professori, studenti, genitori, personale non docente, hanno dato vita ad una straordinaria manifestazione di popolo. Straordinaria - sottolinea il segretario PD - per la sua forza e insieme per la serenità nella quale si è svolta, per il senso di responsabilità e per la capacità di tenere insieme i diversi soggetti del mondo della scuola».

«Il governo - dice quindi Veltroni - deve ascoltare questa protesta, non può restare sordo alla voce di chi nella scuola vive ogni giorno. Le misure prese con arroganza, a colpi di decreto, la finta riforma della scuola fatta tutta di tagli e di iniziative spot, sono state bocciate dal Paese. La grande marea di persone che ha riempito Roma, i tantissimi altri nelle piazza delle cento città italiane, con la loro protesta non chiedono il mantenimento della situazione attuale, chiedono una scuola che funzioni davvero, che sappia premiare il merito e offrire a tutti eguali condizioni di partenza».

«A queste domande il governo ha risposto guardando solo ai tagli di spesa senza alcun progetto educativo. Il Partito democratico aveva chiesto al governo di ritirare o accantonare il decreto, è stato scelto di andare avanti con arroganza. A questa politica hanno risposto i tantissimi nella piazza di Roma assieme ai quali ho sfilato, perché la scuola è un tema vitale per il Paese e il suo futuro. A questa politica - conclude - il Partito democratico risponde lanciando una raccolta di firme per un referendum che cancelli il decreto. Una raccolta che deve avere per protagonisti i cittadini, i professori, gli studenti».

Veltroni non manca anche di esprimere inquietudine per i gravi fatti che ieri hanno avuto come sfondo Piazza Navona.«Mi preoccupa – dice il segretario PD - il fatto che ci sia stata un'aggressione violenta da parte di persone ben identificate e non nuove». Secondo il leader PD, dunque, «il tentativo di radicalizzazione di un movimento pacifico e senza connotazione politica va respinto ad ogni costo. In questo senso credo che tutti debbano fare la loro parte».

E in questo senso un ruolo fondamentale e primario spetta proprio al governo, che fino ad ora si è sempre sottratto al confronto. «Il Governo – sostiene il leader dei democratici - dovrebbe avere il desiderio di ascoltare gli studenti, che sono una parte importante della società italiana e del mondo della scuola». Eppure dei consigli che arrivano non solo dall’opposizione, l’esecutivo sembra non curarsene. Anzi, secondo Vittoria Franco, ministro delle Pari opportunità del governo ombra del Pd: «Non c'è cosa peggiore che creare ad arte un clima di tensione e di paura, come stanno facendo da giorni gli esponenti della maggioranza e del governo. Il capogruppo di partito di governo, (Gasparri aveva infatti accusato l’opposizione di «manipolazione», ndr.) dovrebbe avere maggiore responsabilità e non parlare a vanvera. Ma forse- prosegue Franco- anche lui, come Berlusconi, teme di perdere terreno sapendo che il Paese ha cominciato a capire l'inganno».

E in una situazione del genere, per tutti coloro che vogliono dire no ad una maggioranza incapace di ascoltare il popolo che gli ha dato mandato di governare, è necessario rimanere uniti. Questa l’idea che anche il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, intervenendo davanti a un milione di persone a piazza del Popolo, ha condiviso con i manifestanti. «Non dividiamoci, - dice - la forza di questa giornata è l'unita', non scambiamo un piatto di lenticchie per questa forza di unità. Questo è il segno di questa manifestazione e di questo incontro».
Rivolgendosi poi agli studenti e agli insegnanti in piazza Epifani aggiunge: «Un giorno ricorderete di essere stati protagonisti di questa battaglia e più avanti gli altri, ovvero quelli che oggi non ci sono, ci diranno grazie».

Una battaglia che non è ancora persa. Il referendum sarà lo strumento per dire no a chi vuole soffocare il futuro. Un futuro che è dei giovani e che sarà dei nostri figli.
Alle nuove generazioni, infatti, si rivolge l’incitazione del leader della Cgil: «Non vi pentirete di stare qui oggi, io vi assicuro che il vostro impegno non sarà messo in discussione da chi ha cattivi pensieri e cattivi propositi. La forza di questa piazza- conclude- è la democrazia».

La democrazia, appunto. Questo particolare che il governo continua ad ignorare. Ma chi non è linea con il pensiero «tremontiano» c’è e oggi a Roma, come in tutta Italia, ha fatto sentire la sua voce nonostante le previsioni fatte dall’esecutivo. Lo ricorda il capogruppo del PD al Senato, Anna Finocchiaro, «la manifestazione di oggi – dice - smentisce le previsioni del centrodestra secondo il quale con l'approvazione al Senato del decreto legge Gelmini tutto sarebbe finito». Dopo aver definito «strepitosa» la partecipazione al corteo anti-Gelmini, la Finocchiaro ha avvertito il governo: «Non è finito niente. Anzi. Cominceremo ora a lavorare nel paese, mettendo su i comitati di difesa della scuola in sostegno al referendum». Insomma altro che maggioranza silenziosa, sottolinea Pina Picierno ministro ombra delle Politiche giovani, «oggi la maggioranza degli italiani è rumorosa e intende farsi sentire». E il PD è pronto a dargli voce.