20 aprile 2024
Aggiornato 08:30
Class actino sull'ambiente

Legambiente lancia «Pagate il danno» la prima class action sull'ambiente

Una vera e propria azione collettiva per chiedere i risarcimenti dei danni economici, morali e biologici subiti a causa dei traffici illeciti dei rifiuti della Campania

Legambiente lancia «Pagateci il danno», una vera e propria azione collettiva per chiedere i risarcimenti dei danni economici, morali e biologici subiti a causa dei traffici illeciti dei rifiuti della Campania. Legambiente si costituirà parte civile nel procedimento penale scaturito dalla dichiarazioni di Gaetano Vassallo, che per anni ha gestito le discariche tra le provincie di Napoli e di Caserta per conto dei Casalesi e oggi collabora con la giustizia.

L'associazione ambientalista, per realizzare una vera «class action» metterà a disposizione avvocati e volontari che raccoglieranno le adesioni e le segnalazioni da parte di cittadini, amministrazioni locali e imprese in tutti i Comuni interessati dai traffici raccontati da Gaetano Vassallo e riscontrati dall'autorità giudiziaria.

L'obiettivo dell'azione è quello di coinvolgere un ampio fronte di soggetti interessati dal fenomeno criminale, dai Comuni interessati dai siti abusivi di smaltimento ai referenti del settore agricolo e turistico, a tutti i cittadini che in tanti modi hanno pagato sulla propria pelle «la colpa» di vivere in queste zone. Per ogni adesione saranno verificate le effettive condizioni che consentono, in base al codice di procedura penale, di essere riconosciuti nel ruolo di parte civile e/o di avviare una causa di risarcimento danni in sede civile. Si tratta, insomma, di un'iniziativa pubblica di interesse nazionale che costituirà la base di partenza per una mobilitazione civile contro ogni forma di criminalità ambientale.

«Occorre riprendersi la dignità violata da tanti, troppi, anni di inerzia, opportunismi e collusioni d'ogni risma consumati sulla pelle dei cittadini e dell'ambiente - ha dichiarato Enrico Fontana, responsabile Osservatorio Ambiente e Legalità dell'associazione - . Proviamo a cominciare da qui, da un moto popolare di rivendicazione di diritti fondamentali che si spera trovino giustizia, oggi, almeno nelle aule dei tribunali».

Per il 14° anno consecutivo la Campania si è confermata leader a livello nazionale per il numero di reati ambientali: nel 2007 sono stati bene 4.695 gli illeciti accertati (+56% rispetto al 2006), in media 13 reati al giorno, uno ogni due ore. 3289 sono le persone denunciate o arrestate (+16% rispetto al 2006) e ben 1.463 sequestri effettuati. Solo nel 2007 sono state individuate ben 222 discariche abusive, accertate 613 infrazioni (+36% rispetto al 2006), 575 le persone denunciate e arrestate e 296 sequestri effettuati. Grazie all'introduzione del delitto ambientale di organizzazione di traffico illecito di rifiuti (ex art 53bis decreto Ronchi oggi art260 del codice dell'ambiente) dal 2002 ad oggi in Campania sono stati arrestati ben 189 trafficanti, 346 le persone denunciate e oltre 92 le aziende implicate con il coinvolgimento di sette procure a livello regionale.

Per non parlare della «catena montuosa» dei rifiuti scomparsi: in Italia, in 9 anni risultano scomparsi nel nulla 143milioni di tonnellate di rifiuti speciali. Montagne di rifiuti certamente prodotti ma di cui non si ha notizia né per le attività di recupero, né di corretto smaltimento. «E chissà se una buona parte di questi rifiuti, inghiottiti dal nulla, non siano stati smaltiti nella nostra regione e trasformati in oro dalla Rifiuti S.p.a - ha commentato Michele Buonomo, presidente di Legambiente Campania - Nelle terre dell'ecomafia è avvenuto un vero e proprio ecocidio premeditato, ma ora dobbiamo dire basta e impegnarci affinché il danno sia ripagato. «Pagateci il danno» è quindi una battaglia di legalità per e con i cittadini, mentre alla politica - ha concluso Buonomo - chiediamo di non perdere altro tempo e di approvare in tempi brevi l'introduzione del delitto ambientale nel codice penale.»

Il primo atto di questa iniziativa legale è rappresentato dalla cosiddetta istanza di conoscenza di fase e stato del procedimento che Legambiente ha già depositato presso la Procura della Repubblica di Napoli, anticipando la sua intenzione di costituirsi parte civile nel procedimento penale scaturito dalle dichiarazioni rese da Gaetano Vassallo. La seconda azione sarà la richiesta nel giudizio penale del risarcimento del danno derivante dal reato attraverso la costituzione di parte civile.

Legambiente ha quindi avviato la verifica relativa alla possibilità di agire anche in sede civile, al fine di ottenere un più congruo risarcimento dei danni e in base alle conseguenti considerazioni l'associazione promuoverà l'azione di risarcimento danni in sede civile una volta che saranno noti i reati specifici contestati agli indagati e, quindi, i relativi tempi di prescrizione. Per aderire, segnalare, contribuire all'iniziativa, l'Osservatorio nazionale ambiente e legalità e Legambiente Campania hanno messo a disposizione due numeri di telefono (0686268372 e 081261890), attivi dalle 10,30 alle 18,00, dal lunedì al venerdì, ed è stato attivato un gruppo di avvocati e di volontari che cureranno la raccolta delle adesioni e l'avvio delle procedure previste per la costituzione in giudizio, come parte civile.