19 aprile 2024
Aggiornato 03:30
Comunicato di Nando Mainardi, segretario Prc Emilia Romagna

Fusione Enia - Iride: il capitalismo dei servizi pubblici

«Attendiamo di conoscere i particolari dell’aggregazione Enìa-Iride, ma per ora il quadro è negativo»

Attendiamo di conoscere i particolari dell’aggregazione Enìa-Iride, ma per ora il quadro è negativo.
E’ saltata l’unitarietà del territorio emiliano-romagnolo, che ci sembrava uno dei pochi elementi interessanti dell’operazione.

Inoltre non si capisce che fine abbia fatto la vertenza dei Sindaci in difesa del 51% in mano agli enti locali: ci piacerebbe sapere se la maggioranza dell’aggregazione sarà pubblica o privata.

Assistiamo così ad un ulteriore consolidamento del «capitalismo dei servizi pubblici»: al centro dell’operazione ci sono unicamente obiettivi di carattere economico e finanziario mentre mancano completamente riferimenti al territorio, alla difesa dei beni comuni, alle tariffe e all’efficacia ed efficienza della gestione dei servizi.

Per ora abbiamo solo le rassicurazioni del vicepresidente di Enìa, che ha dichiarato che «il disegno industriale è di grande spessore»: peccato che il disegno industriale dell’aggregazione Enìa-Iride non sia stato discusso e deciso in nessuna sede istituzionale, in nessuna giunta comunale, in nessun consiglio comunale e che, ad oggi, sia un documento segreto.

Dopo il crollo delle Borse di tutto il mondo, e dopo le perdite subite dalle multiutilities emiliano-romagnole quotate in Borsa in queste settimane, avremmo ritenuto molto più ragionevole una pausa di riflessione da parte degli enti locali coinvolti sui percorsi svolti in questi anni e sulle scelte compiute.

Se si sta pensando ad una nazionalizzazione delle banche, perché non pensare ad un investimento economico per la ripubblicizzazione dei servizi?

Non è già chiaro quanto possa essere dannoso socialmente e ambientalmente l’abbraccio tra servizi pubblici e mercato?