5 maggio 2024
Aggiornato 21:00
Sciopero prestazioni straordinarie per le poste calabresi

Poste: 400 posti di lavoro a rischio

L'Azienda si è ostinata a non dare risposte alle rivendicazioni riguardanti le difficili condizioni di lavoro nei settori Recapito e Sportelleria

Le segreterie nazionali dei sindacati SLP Cisl, FAILP Cisal e UGL Com hanno proclamato una prima azione di sciopero delle prestazioni straordinarie di tutti i lavoratori di Poste Italiane da lunedì 8 settembre a martedì 7 ottobre. «Questa grave decisione - chiarisce Franco Sergio segretario regionale del SLP CISL - giunge al termine di un lungo periodo nel quale l'Azienda si è ostinata, tra l'altro, a non dare risposte alle rivendicazioni riguardanti le difficili condizioni di lavoro nei settori Recapito e Sportelleria, ma Poste è sorda ed arrogante e nega l'esistenza delle criticità nei servizi erogati al pubblico.

Le carenze di personale, l'eccessivo ricorso a distacchi e trasferte, ambienti di lavoro in gran parte invivibili per le vergognose condizioni igieniche e di sicurezza, la mancata rivalutazione del salario legato alla produttività (premio di risultato) e ciò nonostante gli 844 milioni di euro di utili dichiarati dalla Spa nel bilancio 2007. Per tutti questi gravi motivi, non condividiamo la politica aziendale, esplicitata nel recente Piano industriale, rinunciataria, poco ambiziosa, con strategie mirate solo allo status quo, tesa solo a chiudere strutture - da noi le Filiali di Castrovillari e Locri, con un centinaio di Quadri ed Operatori a rischio - e taglio selvaggio di altri posti di lavoro: (2400 nel Recapito di cui 130 in Calabria; 2200 in Sportelleria, Calabria oltre 150), razionalizzazione dei Centri contabili (1200 posti di cui oltre 50 in Calabria), ridimensionamento dei Centri Unep con ulteriori riduzioni dell'occupazione regionale. «E' un vero e proprio bollettino di guerra - conclude il segretario del Slp Cisl - che il Sindacato contrasterà con tutte le forze, facendo anche appello alle Istituzioni ed ai politici calabresi affinché si rendano conto dei pericoli di smantellamento di ulteriori strutture che erogano servizi essenziali».