1 maggio 2024
Aggiornato 17:30
ADUSBEF: «Perdite pubbliche addossate ai contribuenti, profitti privati. In più altre pesanti ipoteche»

Alitalia: il capolavoro del Governo!

Il piano costerà altri 150 euro l’anno agli sventurati consumatori per la mancata concorrenza

Il piano di salvataggio di Alitalia non costerà soltanto 125 euro ad ogni contribuente italiano, come ha calcolato «provocatoriamente» l’Economist,che ha criticato un piano «sbagliato e costoso», ma costerà almeno altri 150 euro l’anno agli sventurati consumatori, per la mancata concorrenza e la deroga Antitrust alla libertà di mercato, specie nelle tratte più redditizie, come Roma Milano, dove si rafforzerà il monopolio con il 92% di quota di mercato e con tariffe più elevate del mondo, per questo non potranno continuare a salire.

Il Governo, che continua a massacrare i consumatori, lasciando che la Robin Tax bancaria,assicurativa e petrolifera venga traslata allegramente sui cittadini, come dimostra il ministro Scajola che oltre a chiudere tutte e due gli occhi,dà ragione ai petrolieri sulla chiara speculazione sulle benzine, ha perfezionato l’ennesimo capolavoro,coprendo miliardi di euro di perdite conseguite negli anni da Alitalia ed offrendo ai privati futuri profitti ed altri vantaggi.

Perché nella partita di Alitalia il governo Berlusconi sembra abbia offerto una contropartita agli imprenditori della cordata,sulla quale le Procure della Repubblica sarebbero obbligate ad accendere un faro, per verificare se in merito alle infrastrutture del sistema Italia (dal Ponte sullo Stretto,alle tariffe aeroportuali, dalla privatizzazione della Tirrenia ai pedaggi autostradali,ecc.), alcuni dei soci forti (Benetton, Ligresti, Gavio, Aponte e Sposito), non abbiano già ottenuto pesanti ipoteche a danno della concorrenza,della trasparenza dei mercati e degli interessi dei consumatori.

Adusbef e Federconsumatori, che oltre ad attivare la class action dal 1 gennaio del 2009 a tutela dei risparmiatori azionisti ed obbligazionisti Alitalia con titoli carta straccia in mano,attendono al varco il Governo in merito alle future cordate di interessi di alcuni soci forti e vigileranno sugli aumenti tariffari, stigmatizzano un salvataggio ed una difesa dell’italianità che non ha senso in un mercato globale, dove i grandi paesi più industrializzati del G7,invocano che alcuni fondi sovrani possano entrare nei capitali per salvare imprese importanti ed istituti creditizi dalla bancarotta derivante dalla crisi dei sub-prime e dalle allegre emissioni di prodotti derivati.