20 aprile 2024
Aggiornato 12:30
Il «costo» della Pubblica Amministrazione

La nostra P.A. costa 60 miliardi di euro in più di quella Tedesca

La CGIA di Mestre ha messo a confronto i costi della Pubblica Amministrazione italiana con quella di due paesi federalisti come Spagna e Germania

«Se in Germania tra il 2000 e il 2007 la spesa per il personale pubblico (stipendi più contributi) in percentuale del Pil è scesa dall’8,1% al 6,9%, mentre in Spagna è rimasta sostanzialmente invariata, in Italia le cose sono andate diversamente. Sempre nello stesso periodo di tempo i costi, qui da noi, sono passati dal 10,4% sino a toccare la soglia del 10,7% del Pil. In buona sostanza in Italia il costo della pubblica amministrazione è superiore di quasi 4 punti percentuali di pil, pari a circa 60 miliardi di euro rispetto alla Germania».

A sottolineare l’andamento della spesa per il personale del pubblico impiego registrato in questi ultimi anni in Germania, Spagna ed in Italia è il segretario della CGIA di Mestre, Giuseppe Bortolussi. Il confronto - che evidenzia l’aumento dei costi del nostro pubblico impiego – prosegue con risultati leggermente diversi da quello precedente quando si prende come parametro di riferimento la spesa del personale pubblico in percentuale sulla spesa primaria (ovvero, la spesa al netto degli interessi sul debito pubblico).

Ebbene, se in Germania è in calo e si attesta nel 2007 al 16,9%, in Spagna è si attesta al 27,5, in Italia rispetto al 2000 è in ribasso ma si colloca al 24,6% della spesa. Se abbiamo 2,9 punti in meno rispetto alla Spagna, nei confronti dei nostri competitori tedeschi ci ritroviamo ben 7,7 punti percentuali in più. L’analisi della CGIA di Mestre prosegue analizzando il numero dei dipendenti pubblici. Forse non sono troppi in assoluto ma, in rapporto agli abitanti, in Italia ne abbiamo più dei nostri amici tedeschi e spagnoli . Infatti, se qui da noi ci sono 59 dipendenti pubblici ogni mille abitanti (in termini assoluti pari a 3.391.000 unità), in Germania e in Spagna ve ne sono poco più di 55 ogni mille abitanti (pari rispettivamente a 4.564.100 e 2.436.172 unità ). Altrettanto impietoso è il risultato del confronto che emerge dalla distribuzione tra i vari livelli istituzionali di questi lavoratori pubblici. Se in Italia il 59% è alle dipendenze dello Stato centrale (e l’altro 41% è impiegato tra Regioni, Università ed Enti locali), in Germania solo il 10% lavora per lo Stato centrale e l’altro 90% è distribuito tra i Lander e le amministrazioni locali cosi come in Spagna solo 22,4 dipendenti pubblici su cento sono impiegati per lo Stato Centrale mentre il resto è suddiviso tra comunità autonome ( 50,2%) enti locali ed università(27,4%).

» La riforma federale attualmente in discussione – conclude Bortolussi – dovrà necessariamente, oltre a trasferire ulteriori competenze ed autonomia impositiva agli enti locali, provvedere alle redistribuzione del personale pubblico per consentire una puntuale ed efficiente prestazione delle funzioni trasferite.»