13 ottobre 2025
Aggiornato 13:00
Valorizzare i prodotti a “chilometri zero”

Inflazione, Coldiretti: «A settembre arrivano nuovi listini»

«Possibile sostenere il rallentamento dell’inflazione dando più spazio sugli scaffali della grande distribuzione ai prodotti locali e di stagione»

Con i nuovi listini che arrivano a settembre è possibile sostenere il rallentamento dell’inflazione dando più spazio sugli scaffali della grande distribuzione ai prodotti locali e di stagione che, con il prezzo del petrolio alle stelle, non solo consentono di ottimizzare il rapporto prezzo e qualità, ma anche di contenere i costi energetici ed ambientali a carico ai prodotti importati da lunghe distanze. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare la necessità di valorizzare i prodotti a «chilometri zero» in riferimento ai dati sull’inflazione comunicati dall’ Istat ad agosto.

Di fronte alla crisi internazionale, negli Stati Uniti le grandi catene come Val Mart e Whole Foods stanno incentivando la vendita di prodotti locali mentre l’Italia - sottolinea la Coldiretti - è in forte ritardo nonostante i primati produttivi e qualitativi nell’offerta agroalimentare nazionale: dalla frutta e verdura al vino, dal biologico ai prodotti tipici. In Italia dove l’86 per cento delle merci viaggia su strada è stato stimato - precisa la Coldiretti - che i costi di trasporto e della logistica incidono fino ad un terzo del prezzo di vendita per l’ortofrutta fresca.

La Coldiretti ha promosso a livello territoriale il progetto a chilometri zero per favorire il consumo di prodotti locali e di stagione che non devono percorrere lunghe distanze con mezzi di trasporto inquinanti prima di giungere sulle tavole. E dal Veneto alla Calabria le amministrazioni regionali si sono attivate con l’approvazione quest'estate di leggi a favore dei cibi a «chilometri zero», sostenute con la raccolta di firme dalla Coldiretti, che sanciscono la preferenza ai prodotti locali in mense, ristoranti e grande distribuzione per combattere i rincari dovuti all'aumento del costo dei trasporti e l'impatto sul clima provocato all'inquinamento con l'emissione di gas serra dei mezzi di trasporto.

Una iniziativa che rientra nella strategia a cui sta lavorando la Coldiretti per semplificare e razionalizzare le filiere (dalla cerealicola a quella ortofrutticola) e rispondere alle esigenze degli agricoltori e nell'interesse dei consumatori e che richiede la fattiva e necessaria partecipazione del sistema della trasformazione artigianale e industriale e della piccola e grande distribuzione.

Il fatto che la frutta Made in Italy arrivi a costare meno all’estero in Paesi come la Germania, dove sono state riscontrate differenze di prezzo tra il 5 e il 10 per cento, è una evidente conferma - continua la Coldiretti - delle distorsioni presenti nella filiera dal campo alla tavola lungo la quale i prezzi in media aumentano del 200 per cento, secondo Bankitalia. Solo a titolo di esempio mentre il Codacons ha denunciato aumenti del 40 per cento del prezzo delle patate vendute ad oltre un euro al chilo, nelle campagne vengono pagate sotto i costi di produzione, al di sotto dei 20 centesimi.

«Vogliamo affrontare l'emergenza inflazione - precisa il presidente della Coldiretti - con un piano che vede il coinvolgimento, oltre che delle imprese agricole, del sistema dei consorzi agrari (Assocap), dai quali passa oltre il 40 per cento dei mezzi tecnici, lo stoccaggio e la trasformazione dei prodotti, di CoopColdiretti (sono 1300 ad oggi le cooperative socie di Coldiretti) e del sistema dei farmers market. Il nostro progetto, che intendiamo presentare al Governo nei prossimi mesi - conclude Sergio Marini - vuole essere l'impegno concreto di Coldiretti per il rilancio dei consumi e il contenimento dell'inflazione legata all'alimentare nel nostro Paese».