16 aprile 2024
Aggiornato 16:30
Coldiretti: «Evitiamo che scoppi la mobilitazione degli agricoltori esasperati»

A Cerano vietate da 15 mesi le coltivazioni

I dirigenti pugliesi dell’organizzazione professionale agricola hanno scritto al Presidente della Regione Puglia

«La Coldiretti Puglia chiede di assumere ogni possibile ed immediata iniziativa, tesa ad imprimere una svolta al dramma di questi imprenditori agricoli, che vanno rispettati innanzitutto come cittadini ai quali chi governa ha il dovere, senza sterili rimpalli di responsabilità e nel pieno esercizio delle proprie funzioni, di fornire adeguate risposte». In una lettera inviata al Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, agli Assessori alle Risorse Agroalimentari e all’Ecologia, Enzo Russo e Michele Losappio, al Sindaco di Brindisi, Domenico Mennitti, a Prefetto e Questore Brindisi, Domenico Cuttaia e Vincenzo Pietro Carella, il Presidente della Coldiretti Puglia, Pietro Salcuni, chiede un intervento immediato quanto risolutivo della difficile vertenza ambientale che si sta consumando da oltre 15 mesi a Cerano.

Il Sindaco di Brindisi, con l’ordinanza 18 del 28 giugno 2007, ha ordinato il divieto di coltivazione e l’obbligo di distruzione delle colture erbacee in atto e dei frutti pendenti delle colture arboree, ricadenti in un area agricola del Comune stesso su un’estensione di circa 400 ettari, sito in località S. Lucia – Cerano, motivando il provvedimento con la presenza di presunte contaminazioni lungo il percorso dei nastri trasportatori che collegano la centrale Enel di Cerano al porto di Brindisi. Senza esito anche il tavolo di confronto che avrebbe dovuto portare alla firma di un protocollo d’intesa con l’ENEL che si sarebbe dovuto accollare l’onere di pagare 6milioni e 146mila euro per la messa a dimora di filari di eucalipto sull’intera estensione di 400 ettari, lungo il nastro trasportatore e la cintura della centrale.
Purtroppo, ad oggi si registra solo il danno a carico delle 60 aziende familiari, impossibilitate a svolgere la propria attività imprenditoriale, con evidenti ripercussioni negative sulle circa 1.000 unità lavorative impegnate.

«Ormai, l’esasperazione di quelle famiglie – incalza il Direttore della Coldiretti Puglia, Antonio De Concilio, nella lettera - per l’assenza di qualsiasi ristoro economico e/o evoluzione della vicenda, rischia di sfociare in azioni, la cui responsabilità non può che essere ascritta a coloro i quali hanno commesso od omesso atti, che hanno determinato tale situazione, rispetto alla quale non è ancora stata fatta chiarezza, neppure attraverso la tempestiva costituzione del tavolo tecnico, con delibera di Giunta e su proposta dell’Assessore alle Risorse Agroalimentari, al quale ancora non vengono forniti elementi di essenziale importanza».
Pertanto, la Coldiretti regionale chiede che la Regione Puglia individui - senza alcun indugio - strumenti e risorse finanziarie utili a bonificare l’area a rischio contaminazione e a risarcire gli imprenditori agricoli danneggiati, oltre a sbloccare definitivamente le attività colturali, al fine di scongiurare uno stato di mobilitazione «di cui non è possibile immaginare – conclude la missiva - né strategia né destinatari, in quanto la stessa mediazione concertativa della Coldiretti rischia di essere messa in discussione».