23 aprile 2024
Aggiornato 12:00
L’Istat ad agosto ha rilevato un aumento del 25,6% per la pasta e del 12,1% per il pane

Inflazione: crescita zero per consumi a tavola

E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che anche per effetto della forbice tra prezzi alla produzione e alla vendita i consumi alimentari sono stagnanti a crescita zero

Con il prezzo del grano e del latte alla stalla che sono oggi più bassi di quelli rilevati all'inizio dell'anno le materie prime agricole non offrono alcun alibi ad ulteriori aumenti dei prezzi del latte, pane e della pasta che al contrario dovrebbero diminuire al consumo. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che anche per effetto della forbice tra prezzi alla produzione e alla vendita i consumi alimentari sono stagnanti a crescita zero, in riferimento ai dati sull’inflazione dell’Istat che ad agosto ha rilevato un aumento del 25,6 per cento per la pasta e del 12,1 per cento per il pane.

Il raffreddamento generale dell’inflazione è un dato positivo sul quale pesano ancora, nonostante il rallentamento, le ombre dell’andamento dei prezzi e dei consumi nell’alimentare dove - sottolinea la Coldiretti - sono soprattutto le distorsioni e i troppi passaggi esistenti nel percorso dei prodotti dal campo alla tavola durante il quale i prezzi moltiplicano e i centesimi si trasformano in euro. Il prezzo del latte rincara del 241 per cento nel suo percorso dalla stalla allo scaffale mentre il grano subisce aumenti del 369 per cento nel diventare pasta e addirittura del 1325 per cento se si trasforma in pane, secondo le elaborazioni Coldiretti sui dati del servizio Sms consumatori del Ministero delle Politiche Agricole.

Nella forbice tra prezzi alla produzione e al consumo c'è dunque - secondo la Coldiretti - un sufficiente margine da recuperare per garantire una adeguata remunerazione agli agricoltori e non aggravare i bilanci delle famiglie: per ogni euro speso nell'acquisto di prodotti alimentari - denuncia la Coldiretti - 60 centesimi vengono assorbiti dalla distribuzione commerciale, 23 centesimi dall'industria alimentare e solo 17 servono per remunerare il prodotto agricolo: questo significa, in altre parole che il prezzo moltiplica di oltre cinque volte dal passaggio dal campo alla tavola.

L’aumento dei prezzi al dettaglio sta provocando anche un preoccupante effetto stagnazione sui consumi alimentari che nel primo semestre del 2008 sono rimasti uguali in quantità a quelli dello scorso anno anche se si sono verificate variazioni nella composizione della spesa. Se si sono ridotti i consumi di pane (- 2,5 per cento), carne bovina (- 3,0 per cento) frutta (- 2,6 per cento) e ortaggi (- 0,8 per cento), tornano a salire quelli di pasta (+ 1,4 per cento), latte e derivati (+1,4 per cento) e fa segnare un vero boom la carne di pollo (+6,6 per cento).

L'aumento dei prezzi - sottolinea la Coldiretti - incide sopratutto sugli anziani e sulle famiglie numerose con le coppie con tre o più figli e le persone con più di 64 anni da sole o in coppia che destinano ben il 21,9 per cento della spesa complessiva agli alimentari. Si tratta di segmenti della popolazione - precisa la Coldiretti - particolarmente sensibile agli effetti dell'inflazione che ha provocato nel 2008 un forte aumento dei 467 euro al mese che mediamente ogni famiglia italiana destina alla spesa alimentare Le principali voci di spesa alimentare - rileva la Coldiretti - sono nell'ordine carne per 106 euro, frutta e ortaggi per 84 euro, pane e pasta per 79 euro e latte, uova e formaggi per 64 euro.

L'esperienza estiva ha dimostrato che l'apertura dei mercati degli agricoltori favorisce un contenimento dei prezzi per effetto della riduzione delle intermediazioni, del maggior consumo di prodotti locali che non bruciano petrolio per lunghi trasporti e per una più generale funzione calmieratrice nell'area in cui nascono. La Coldiretti ha promosso decine di iniziative con l'obiettivo di realizzare almeno un farmers market (mercato esclusivo degli agricoltori) per ogni comune italiano per combattere il caro prezzi dal campo alla tavola con la vendita diretta e senza intermediazioni dei prodotti alimentari.

Nonostante il caro prezzi è dunque possibile fare una spesa low cost con risparmi di oltre il 30 per cento senza rinunciare alla qualità tagliando le intermediazioni grazie ad idee innovative per risparmiare che vanno dall'acquisto del latte alla spina all'orto self service ma anche la spesa ai mercati generali o direttamente nelle imprese agricole. Grazie alla distribuzione alla spina il latte fresco di altissima qualità può essere acquistato a prezzi variabili tra un euro ed un euro e venti (per il biologico), mentre sugli scaffali il latte fresco e' venduto attorno a 1,4 euro al litro, riciclando peraltro il contenitore ed eliminando così anche la dispersione di in rifiuti. Se sono ormai centinaia i distributori di latte fresco che possono essere rintracciati sul sito www.coldiretti.it in molte città è anche possibile approfittare dell'apertura dei mercati all'ingrosso ai privati cittadini, prevista dalla legge in orari determinati che consente risparmi con acquisti a collo (cassetta o altro) e di usufruire degli eventuali «saldi last-minute». E anche possibile fare la spesa direttamente nell'orto delle aziende agricole raccogliendo personalmente dal terreno il cespo di insalata, il finocchio e le zucchine che si intendono acquistare per garantirsi cibi sicuri e di qualità ma anche per risparmiare sui costi della raccolta secondo una formula denominata «pick your own» che sta avendo una rapida diffusione negli Usa e negli Stati Uniti. Ma per chi vuole acquistare prodotti freschi direttamente dal produttore, senza fare la «fatica» di raccoglierli, sul sito www.campagnamica.it c'è il motore di ricerca «fattorie e cantine» dove è possibile individuare per singolo comune le aziende agricole dove è possibile fare la spesa con quasi diecimila indirizzi disponibili.

La Coldiretti che sta lavorando ad una strategia per semplificare e razionalizzare la filiera per rispondere alle esigenze degli agricoltori e nell'interesse dei consumatori. «Vogliamo affrontare l'emergenza inflazione – afferma – con un piano che vede il coinvolgimento, oltre che delle imprese agricole, del sistema dei consorzi agrari (Assocap), dai quali passa oltre il 40 per cento dei mezzi tecnici, lo stoccaggio e la trasformazione dei prodotti, di CoopColdiretti (sono 1300 ad oggi le cooperative socie di Coldiretti) e del sistema dei farmers market. Per la definizione del piano – aggiunge il Presidente di Coldiretti - auspichiamo, e in tale maniera ci attiveremo, la fattiva e necessaria partecipazione del sistema della trasformazione artigianale e industriale e della piccola e grande distribuzione. Il nostro progetto, che intendiamo presentare al Governo nei prossimi mesi – conclude Marini – vuole essere l'impegno concreto di Coldiretti per il rilancio dei consumi e il contenimento dell'inflazione legata all'alimentare nel nostro Paese».