28 agosto 2025
Aggiornato 13:30
Tariffe telefoniche, authority in campo. Ma i consumatori possono solo attendere

Class action mancata

E’ il caso dell’estate: il cambiamento di tariffe imposto da Tim Vodafone a 9,6 milioni di utenti italiani sta creando non pochi grattacapi, tanto da mettere sul chi va là le authority competenti e l’Antitrust

Class action cercasi. Disperatamente. Quella che poteva essere uno dei casi più esemplari di applicazione della causa collettiva rischia invece di tramutarsi nell’ennesima decisione presa sulla pelle del cittadino consumatore. E’ il caso dell’estate: il cambiamento di tariffe imposto da Tim Vodafone a 9,6 milioni di utenti italiani sta creando non pochi grattacapi, tanto da mettere sul chi va là le authority competenti e l’Antitrust.

Ma andiamo con ordine. Qualche giorno fa quasi dieci milioni di italiani sono stai informati tramite un sms inviato loro dagli operatori Tim e Vodafone che a breve le tariffe telefoniche cambieranno. L'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni si è riunita immediatamente per valutare le circostanze della cosa e cercare di lavorare abbastanza in fretta per poter successivamente indurre delle correzioni ai cambi tariffari prima che questi siano effettivi. Si è mossa anche l'Antitrust che intende capire se i due operatori si siano segretamente accordati su queste modifiche.

Tuttavia non c’è stata finora alcuna denuncia che sia arrivata all’associazione e senza di questa non è possibile intervenire in nessun modo. Quello che invece si sta facendo è verificare se gli sms che avvisavano del cambiamento siano arrivati in tempo, almeno un mese prima dice il presidente dell’Antitrust Catricalà, ed a tutti i 9,6 milioni di utenti Tim e Vodafone (in maggioranza quelli Vodafone).

C’è inoltre da chiarire se gli utenti, nel caso vogliano abbandonare il loro attuale gestore, possano farlo senza costi aggiuntivi e senza intoppi nel trasferimento dello stesso numero verso il nuovo operatore, cosa che in passato è accaduta. Del resto è il gestore che cambia la tariffa per cui è giusto che il recesso non comporti oneri per il cliente e anzi dovrebbe essergli restituito anche il credito residuo della carta Sim.

Intanto scadrà il 15 settembre la consultazione pubblica che l’Authority aveva fatto in merito alla portabilità e verranno introdotte delle regole per agevolare il passaggio ai nuovi gestori mobili virtuali come Poste Italiane, Auchan, Coop e Carrefour.

Quel che è certo è che i consumatori, nel caso in cui lo volessero, non possono avviare la prima grande class action all’italiana. Doveva infatti essere introdotta a luglio, come stabilito dal governo Prodi. Se non che il governo Berlusconi, appena insediatosi, ha accolto con solerzia una delle prime richieste pervenute da Confindustria: il rinvio della class action. Si farà a gennaio, dicono dal ministero dello Sviluppo economico. Quando la prima grande occasione sarà già svanita.

Ste.Ca.