27 aprile 2024
Aggiornato 03:00
Pubblica Amministrazione

Sì unanime del Consiglio di Presidenza all'intesa con i sindacati di Palazzo Madama

Risparmi per 4 milioni di euro l'anno

Il Consiglio di Presidenza del Senato ha oggi approvato all'unanimità l'intesa raggiunta tra la Rappresentanza per i problemi del personale e le organizzazioni sindacali di Palazzo Madama, in materia previdenziale e retributiva. Questi i punti dell'accordo:

1. Elevazione del limite minimo di età per l'accesso al trattamento pensionistico al raggiungimento dei 60 anni per tutto il personale assunto dopo il 1997 (precedentemente era di 53 anni).
2. Progressiva elevazione del limite minimo di età per il personale assunto prima del 1997 attraverso un sistema di scalini in relazione all'anzianità di servizio.
3. Applicazione al personale in servizio dal 1° giugno 2007 della normativa esterna in materia di calcolo pensionistico.
4. Aumento dell'aliquota contributiva ai fini del trattamento pensionistico a carico dei dipendenti dall'8,20% al 8,80% a partire dal 1° gennaio 2008; e ulteriormente dall'8,80 al 9,70 dal 1° gennaio 2009. Ciò vale per tutti i dipendenti, con un ulteriore aggravio biennale al 10,70% per i dipendenti assunti successivamente al 31 dicembre 1997.
5. Contributo obbligatorio dello 0,75% su tutti i trattamenti pensionistici diretti.
6. Abrogazione della norma che consentiva un adeguamento ulteriore dello 0,75% rispetto al tasso di inflazione.
7. Forte inasprimento dei criteri per la concessione degli incentivi economici legati al raggiungimento di obiettivi di produttività, con la previsione che gli incentivi stessi potranno essere attribuiti ai dipendenti che abbiano raggiunto gli obiettivi prefissati, ma che in aggiunta abbiano un saldo orario annuale superiore di almeno 350 ore a quello previsto dal contratto di lavoro. Si ricorda che già da tempo il personale del Senato ha un obbligo di presenza oraria stabilito in 42,5 ore settimanali minime e che è esclusa la retribuzione del lavoro straordinario.
8. Raddoppio delle trattenute sullo stipendio di base (dal 25% al 50%) per i primi tre giorni di assenza per malattia.
9. Riduzione del 40% della monetizzazione del periodo di ferie non godute (nel limite di 5 giorni l'anno), e criteri più punitivi per il loro calcolo.
10. A partire dal 2010 parificazione del meccanismo per la retribuzione dei dipendenti del Senato a quello seguito presso la Camera dei deputati e blocco dell'adeguamento di tutte le indennità fino al 2011.
11. Conferma del blocco selettivo del «turn over» e annullamento di un concorso già da tempo bandito, per il quale non si sono ancora avviate le prove.
12. Eliminazione delle cause pendenti di fronte al contenzioso interno nelle materie dell'accordo che assume con ciò anche valore di transazione fra le parti.

I vantaggi economici per il bilancio del Senato, fra maggiori entrate dovute principalmente all'aumento delle aliquote contributive e minori uscite, derivanti dalla drastica riduzione degli incentivi e dalla eliminazione dell'aumento annuale dello 0,75%, sono superiori ai 4 milioni di euro annui.

Il Presidente Renato Schifani ha rivolto un ringraziamento convinto alla Vice Presidente Rosi Mauro, ai Questori Romano Comincioli, Paolo Franco e Benedetto Adragna e a tutta la Rappresentanza per la disponibilità, l'impegno e la capacità dimostrati nel chiudere una trattativa complessa, che si trascinava da diversi anni.

Analogamente, il Presidente ha voluto ringraziare il personale del Senato e le organizzazioni sindacali che - in un momento non facile per l'economia del Paese - hanno responsabilmente accolto un pacchetto di proposte improntate a quella politica di risparmio e sobrietà che ha caratterizzato le ultime legislature.