28 marzo 2024
Aggiornato 20:30
Ambiente

Raccolta differenziata, luci e ombre dei Comuni biellesi

Cittadini virtuosi ma non abbastanza da fare la differenza. Cossato città esemplare con il 76%, ma restano ancora troppe realtà sotto la soglia del 40%. E si ragiona sulla tariffa puntuale

BIELLA – Se la Tari proprio non piace, ed in provincia di Biella lo smaltimento dei rifiuti resta argomento delicato, per spazi e tempi di realizzo (vedi alle voci esaurimento e ampliamento del sito di stoccaggio di Cavaglià), la raccolta differenziata pare essere l’unica quadratura del cerchio, in grado di mettere d’accordo costo dello smaltimento e salvaguardia dell’ambiente. Ma come se la cavano amministrazioni e cittadini? Un quadro completo sulla differenziata in Italia arriva, sulla base di numeri diramati dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, da Infodata Sole 24 Ore, che ha elaborato le informazioni raccolte nel 2015. 

I PEGGIORI - Se L’Italia tutta, va «così così», anche il Biellese, seppure compreso in una delle regioni più virtuose, ha i suoi coni d’ombra. Alcuni assai vistosi: ci sono piccoli comuni che di certo non brillano, a partire da Camandona e Callabiana, dove si differenziano solo il 15,58 e il 17,49%. Fanalini di coda anche Piedicavallo, Miagliano che si assestano intorno al 22,50%, mentre nel nord-ovest della provincia si segnala uno zoccolo duro di paesi che differenziano un terzo o poco più dei propri scarti, sono Tavigliano, Andorno, Sagliano, Rosazza, Campiglia Quittengo, Tavigliano e Pralungo. Una decina anche i comuni che non sfondano quota 40%.

I MIGLIORI E LA TARIP - A cavarsela decisamente meglio, tanto da avvicinarsi ai numeri delle città più virtuose d’Italia è Cossato con il 75,79%, molto bene anche Verrone che differenzia per il 73,77%, Valdengo (70,66%), Mongrando (68%) e Brusnengo (67,27%). Biella città è al 62,32%, mentre la vicina Gaglianico si ferma a 58,63%. Per entrambe, visto che i dati sono riferiti al 2015, esistono margini di miglioramento riferibili anche all’introduzione della tariffa puntuale. L’equazione «meno rifiuti = meno spesa» è già stata introdotta, infatti, sia Biella, sia a Gaglianico e Cossato.

DISCARICHE E BOLLETTE PIÙ  LEGGERE – Che differenziare faccia bene, lo dimostrano alcuni casi già consolidati. L’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanza Attiva ha registrato per il 2016 una bolletta media per famiglia di 297 euro. A pagare di meno sono i cittadini del nord est: Belluno è il capoluogo più economico d’Italia, qui si spendono in media 193 euro, ma in discarica ci va meno del 25% dei rifiuti. Per contro a Reggio Calabria si arriva a pagare anche 579 euro, e accanto al capoluogo dove la percentuale della differenziata è del 50%, esistono una miriade di micro realtà ferme sotto la soglia del 5%.

IL QUADRO REGIONALE – Nel complesso il Piemonte se la cava piuttosto bene, e si posiziona alle spalle del Triveneto, tra le regioni con i risultati più lusinghieri insieme a Lombardia, Campania, Marche e Sardegna. Tuttavia in tutte le zone prealpine, fatta eccezione per alcuni comuni del Verbano e del Canavese, la differenziata ancora latita, con percentuali ferme abbondantemente sotto la soglia del 40%.

L’ITALIA – Se si guarda, invece, all’intera penisola, le città più avanzate sono senza dubbio quelle del già citato Triveneto: Treviso supera l’85%, Belluno tocca il 76%, in Lombardia si distingue Mantova con l’80,30%. Stupisce San Lorenzo Maggiore, paese con poco più di 2mila residenti in provincia di Benevento, che supera il 94%. I peggiori sono invece i siciliani, con le province di Enna, Siracusa, Messina e Ragusa, fanalini di coda.