2 maggio 2024
Aggiornato 16:30
Arte

Torna a casa la statua di San Pietro

Giovedì scorso in occasione della giornata dedicata a San Pietro, la statua del Santo è stata ricollocata nella chiesa dell'ospedale degli Infermi. L'opera è dello scultore biellese Aureggio.

BIELLA - Un' occasione speciale, in concomitanza con la giornata dedicata a San Pietro. Giovedì scorso la statua del Santo è stata restituita alla chiesa dell’ospedale degli Infermi di Biella, collocata nell’atrio di ingresso, di fronte all’area prelievi.
Un tempo era situata nella chiesa dello scomparso convento degli Agostiniani Eremitani, detta appunto di San Pietro, il cui chiostro fu abbattuto il 15 Giugno del 1916 e di cui resta, inglobata nell’edificio ospedaliero dal 1871, parte della Chiesa stessa. Prima edificio religioso, poi mensa, archivio cartelle cliniche e deposito, la chiesa del convento di San Pietro ospitò la statua dai primi anni del ‘700, quando fu scolpita da uno dei fratelli Aureggio. Successivamente posizionata in una nicchia del corridoio vetrato a fianco della farmacia ospedaliera, fu poi allocata nella chiesa di San Francesco a fianco del vecchio ospedale fino al trasloco in quello nuovo.

LA COSTRUZIONE - L’autore, secondo il Lebole, è da identificarsi con Pietro Giuseppe Aureggio, che scolpì anche le porte della chiesa del convento poi recuperate e riadattate quali porte di ingresso dell’obitorio del vecchio ospedale. Pietro Giuseppe Aureggio (1667-1711) era figlio di Francesco, anch’esso scultore, che si trasferì nel Biellese giovanissimo provenendo dal paese di Bellano, sul lago di Como, col fratello Bortolomeo, che ebbe bottega a Borgosesia. Francesco Aureggio sposò Maria Benedetta, figlia dello scultore biellese Bartolomeo Termine aggiungendo quindi al suo cognome anche quello del suocero. Pietro Giuseppe Aureggio Termine era fratello di Carlo Francesco (1670-1759), scultore e plasticatore con il quale collaborò in molte opere. I tre Aureggio Termine furono tra i più attivi ed importanti scultori che a cavallo del ‘700 operarono nel Biellese, producendo una grande quantità di opere di diversa natura quali statue, altari, arredi di sacrestia, portali, e quant’altro per numerosi edifici religiosi biellesi tra cui alcuni gruppi statuari per le cappelle del Sacro Monte di Oropa.