28 aprile 2024
Aggiornato 23:00
Tribunale di Biella

Vittima due volte del datore di lavoro

Molestata sessualmente dal titolare era finita lei, sotto accusa per calunnia, estorsione e appropriazione indebita: assolta.

BIELLA - Molestata sessualmente dal suo datore di lavoro era finita lei, la vittima, sotto accusa per calunnia, estorsione e appropriazione indebita. Oggi, S.R., 30 anni, di origini siciliane e residente da tempo nel Biellese, è stata prosciolta da ogni accusa, dal giudice Paola Rava.

La storia
I fatti risalgono al 2009, quando la donna, insieme a un'amica minorenne, si rivolge all'autorità giudiziaria. Racconta di essere stata fatta oggetto, da parte del suo capo, di avances non gradite. Partono le indagini e l'uomo, qualche mese dopo, finisce davanti al gip, che ne archivia la posizione. Ma non basta. Gli atti vengono ritrasmessi in Procura, affinchè si incrimini la 30enne per calunnia e per estorsione, a seguito di una transazione di poche centinaia di euro. La donna, assistita dall'avvocato Mauro Bianchetti di Ivrea, finisce così sotto processo. Per l'accusa, che ha chiesto in aula due anni e sei mesi di reclusione, l'imputata avrebbe gradito gli approcci sessuali del datore di lavoro, al fine di trarne profitto, ricattandolo. Come ha evidenziato nel corso dell'arringa la difesa, però, i testi della Procura non avevano rilasciato dichiarazioni attendibili e i soldi spettavano alla 30enne per l'attività svolta. Una tesi che ha convinto il giudice che ha assolto la donna.