28 marzo 2024
Aggiornato 12:30
Cultura

Isis, Italia a rischio attentati? Meno di altri, grazie alla Polizia che sconfisse il terrorismo (e alle mafie)

Conferenza dell'inviato di guerra Gian Micalessin, che ha parlato di Siria e politica internazionale. Sul nostro Paese, ha spiegato: le associazioni criminali che controllo parti del territorio, controllano il mercato delle armi, così per alcune cellule di estremisti è più complesso procurarsi materiali vari.

BIELLA - Due ore e mezza di conferenza che hanno stregato tutti i presenti. Gian Micalessin, intervenuto nella sala convegni della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, ha tenuto inchiodate alle sedie quasi un centinaio di persone, letteralmente impressionate dai suoi reportage dalla Siria. Micalessin è da oltre trent'anni un inviato di guerra, con all'attivo servizi in oltre quaranta teatri di conflitti: dall'Afghanistan invasa dall'Unione Sovietica passando per guerre civili e invasioni militari in mezzo mondo tra Africa e Medio Oriente. Micalessin è stato invitato a Biella dall'associazione culturale «Gufo re», che ha organizzato poi un momento di confronto tra il giornalista e alcune classe di studenti del Liceo Scientifico cittadino.

Qui Siria
L'esposizione di Micalessin, attualmente in forza a «il Giornale», si è concentrata sul fronte siriano, dove è in corso una guerra civile tra ribelli (appoggiati dai governi occidentali) e il regime di Assad. Uno scontro armato drammatico, con migliaia di morti e ripercussioni internazionali: dal terrorismo dell'Isis ai disperati in fuga sui barconi, in direzione dell'Europa passando per l'uso di armi chimiche. Temi che il giornalista ha approntato con fonti, citazioni e documenti.

Parole dal fronte
«L'Europa e l'Occidente si sono dimenticati dei propri fratelli cristiani, assediati dai fondamentalisti islamici che qualche benpensante radical-chic ha spacciato per democratici e liberali che combattono contro un ditattore» ha detto Micalessin. «Parliamo invece di estremisti islamici che tagliano teste, mani, devastano chiese, profanando luoghi sacri della cristianità. Questi non sono per nulla amici dell'Occidente, come la grande stampa vuole far credere all'opinione pubblica. Un po' come avvenne con le cosiddette 'primavere arabe', altro abbaglio dell'amministrazione Usa e dell'Europa. Assad è infatti una diga rispetto all'Isis, anche se certo rappresenta un sistema di governo non democratico, ma comunque capace di garantire il pluralismo religioso nel paese».

La serata
Micalessin ha quindi mostrato drammatici e spettacolari immagini dei suoi reportage, premiati e riconosciuti per l'altissimo valore professionale, su vari fronti di guerra: tra monasteri assediati, città bombardate, con tiri di cecchini e colpi di mortaio. E Micalessin (giubbotto anti-proiettile indosso e telecamera in spalla) nel cuore della storia: a filmare e documentare quando spesso nessuno vuole mostrare. Il punto di vista dell'inviato di guerra, originario di Trieste, è stato volutamente e dichiaratamente di mostrare la vita e le sofferenze dei cristiani presenti in Siria.

Paradosso italiano
«Rischi attentati in Italia? Per certi versi ci sono meno possibilità rispetto ad altri Paese - ha detto il giornalista, rispondendo alla domande del pubblico -. Questo non vuol dire, però, che siamo al sicuro. Ma possiamo dire che le nostre forze di polizia, le stesse che hanno sconfitto il terrorismo degli anni Settanta, abbiano interiorizzato sistemi e metodologie avanzante nel contrasto del terrorismo, in genere. Un bagaglio di esperienza e di capacità operative che oggi mettono i nostri uomini della sicurezza tra i migliori del mondo. Inoltre c'è un altro aspetto. La presenza di associazioni mafiose in diversi punti del Paese, che di fatto controllano il mercato delle armi, crea un ulteriore filtro rispetto a potenziali terroristi. Voglio dire: chi vuole comprare armi o esplosivi, in Italia, deve avere contatti con personalità del mondo delle mafie, stringere accordi, mediare. Il che non è semplice e, di conseguenza, rappresenta un elemento di difficoltà che paradossalmente scoraggia potenziali cellule terroristiche. Questo non vuol dire, però, che nel nostro Paese non transitino terroristi o armi che vadano poi a finire, dopo diversi giri, nelle mani di terroristi».

Qui, Biella
«Abbiamo voluto dare alla città un momento di grande approfondimento su alcuni temi di attualità - ha detto in apertura di lavori Andrea Delmastro, presidente provinciale di Fratelli d'Italia -. Siamo contenti della risposta, al di là delle nostre aspettative. Credo che un partito, anche locale, debba saper volare alto, fornendo occasioni di analisi e di conoscenza su questione di livello mondiale. Ospitare Micalessin è stato un onore e un privilegio».