20 aprile 2024
Aggiornato 09:00
Istruzione

Il sottosegretario all'Istruzione interviene sul caso del piccolo Vittorio

Davide Faraone ha scritto una nota dove consiglia in casi simili, di mettersi in contatto con l'Ufficio scolastico competente. Nelle settimane scorse avevamo provato a chiedere delucidazioni sul caso all'Ufficio scolastico di Biella, che non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione ufficiale su quanto accaduto

ROMA – Il Sottosegretario al ministero dell'Istruzione, Davide Faraone, è intervenuto sul caso del piccolo Vittorio, bimbo autistico allontanato dalla scuola media di Vigliano. Il suo consiglio, in casi simili, è di mettersi in contatto con l'Ufficio scolastico competente. Nelle settimane scorse avevamo provato a chiedere delucidazioni sul caso all'Ufficio scolastico di Biella, che non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione ufficiale su quanto accaduto.

Tornando a Faraone, il sottosegretario ha scritto in una nota: «Il ragazzo di Fonni, il bambino di Biella, la ragazzina campana: sembrano personaggi stereotipati di un racconto, sono invece storie di alunni con disabilità, finiti sulle pagine dei giornali nelle scorse settimane per problemi di inclusione scolastica. Tanti sono i casi evidenziati dalla stampa e da cittadini direttamente al Miur. Eppure esistono già sul territorio e nella scuola strutture e strumenti che possono aiutare studenti, famiglie e docenti ogni volta che ci si scontra con un problema che impedisce un'effettiva e reale inclusione scolastica. Sto parlando dei Centri territoriali di supporto (a livello provinciale) e dei Centri territoriali per l'inclusione (che uniscono scuole in rete tra loro)».

Nel comunicato è scritto ancora: «Spesso le questioni che finiscono sui giornali necessitano di interventi veramente minimi per dipanarsi e rendere la vita degli alunni disabili e delle loro famiglie serena. Solo uno scambio di informazioni chiare, sapere che ci sono delle norme che garantiscono dei diritti, conoscere persone che possono essere di supporto nella gestione di una determinata problematica. I Cts e i Cti assolvono a questo compito anche grazie agli sportelli d'ascolto per famiglie e docenti. E soprattutto lavorando in sinergia con il territorio. Per avere i contatti di queste realtà basta chiedere all'Ufficio scolastico della regione in cui ci si trova. Molto altro, anche in questo senso, stiamo ancora facendo per migliorare la qualità della vita dei ragazzi disabili e delle loro famiglie con la delega prevista dalla legge 107/2015. Ma- ha concluso - siamo all'avanguardia nell'inclusione e non perché ci piace ripeterlo ma perché questo vuol dire che tutti dobbiamo essere consci delle risorse che abbiamo per non sentirci soli, muro contro muro».