29 marzo 2024
Aggiornato 09:00
Indiscrezione del «Messaggerro»

Alitalia, missione a Parigi per fusione con Air France

Colaninno, Sabelli, Miccichè da Spinetta: esito interlocutorio. Sono proprio le modalità dell'integrazione a far muovere con i piedi di piombo l'AD francese

ROMA - I vertici di Alitalia volano a Parigi per spingere l'acceleratore della fusione con Air France. Ieri, nella tarda mattinata, secondo quanto risulta a Il Messaggero, si sarebbe tenuto un vertice ad altissima quota: Roberto Colaninno, Rocco Sabelli, Gaetano Miccichè, partiti da Milano, si sarebbero incontrati con Jean Ciryl Spinetta. Secondo il quotidiano romano la composizione del tavolo spiega l'importanza della posta in gioco. Accanto ai manager apicali delle due compagnie di bandiera spicca, si legge nell'articolo, la presenza di Gaetano Miccichè: è il direttore generale corporate & investment banking di Intesa Sanpaolo, regista del progetto Fenice che, nell'estate del 2008, fece risorgere il vettore italiano di cui la banca è uno dei principali azionisti con una quota dell'8,5%.
La presenza di Miccichè, sottolinea Il Messaggero, «dà la misura della valenza della missione francese il cui esito sarebbe comunque interlocutorio. La delegazione italiana sarebbe rientrata a Milano in serata».

I fattori in gioco sono diversi se l'Alitalia - che martedì 20 esamina i dati di preconsuntivo - come annunciato da Sabelli circa un mese fa vedrebbe slittare di circa un anno il pareggio operativo, va considerato che anche per l'intero trasporto mondiale le prospettive, alla luce della crisi economica in atto, non sono rosee. La compagine dei 24 azionisti italiani «patrioti», anche a causa della crisi - si legge ancora - ha iniziato anche a causa della crisi a mostrare sempre più voglia di voltare pagina, anche se il diritto di prelazione sulla circolazione delle azioni detenute che spetta ai soci ordinari (quindi non ad Air France) decade da gennaio fino al 28 ottobre 2013. La compagnia transalpina attualmente detiene il 25% del capitale in azioni B.
Ma, riporta ancora il Messaggero, sono proprio le modalità dell'integrazione a far muovere con i piedi di piombo Spinetta. Air France tre anni fa valeva 4 miliardi, ora ne vale appena uno così come anche il valore di Alitalia si è ridotto. In una operazione carta contro carta il peso dell'azionariato francese, in prima fila lo Stato, rischia di diluirsi di più. Gli italiani, tutti insieme, verrebbero a detenere oltre il 15% e potrebbero far pendere a loro favore le governance nella superholding che vedrebbe la luce, sotto la quale si allineerebbero tre società operative: Alitalia, Air France e Klm. Spinetta avrebbe ascoltato i tre interlocutori riservandosi una risposta.