28 marzo 2024
Aggiornato 22:30
La presa di posizione

Federalberghi Fvg su Airbnb: «Dilaga il sommerso, gravi danni per turisti, lavoratori e mercato»

In regione in due anni gli alloggi in affitto sul portale sono cresciuti del 129% (secondo incremento in Italia) 

UDINE - In due anni, sostiene Federalberghi Confcommercio, in Friuli Venezia Giulia, la crescita degli alloggi in affitto sul portale Airbnb è stata del 129%, il dato più elevato in Italia dopo quello del Trentino Alto Adige (132%) e ben superiore alla media italiana del 78%. Nella nostra regione, ad agosto 2018, gli alloggi Airbnb erano 3.775 (397.314 in Italia), 0,20 per chilometro quadrato a fronte di una media nazionale di 0,87 (in Liguria 2,34, e in Lazio, 2,05, la presenza più diffusa sul territorio). Il rapporto sulla 'shadow hospitality', messo a disposizione delle amministrazioni locali e consegnato al ministro del Turismo Gian Marco Centinaio, preoccupa anche la categoria regionale. Come ha rilevato il presidente nazionale Bernanbò Bocca, osserva la presidente Fvg Paola Schneider, «l’analisi delle inserzioni smaschera la favoletta del gestore che accoglie l’ospite in casa propria». 

LA DENUNCIA DI FEDERALBERGHI - Federalberghi denuncia infatti che non si tratta di forme integrative del reddito (oltre il 60% degli annunci sono pubblicati da persone che amministrano più alloggi, con casi limite di soggetti che ne gestiscono più di 4mila), non si condivide l’esperienza con il titolare (tre annunci su quattro si riferiscono all’affitto di interi appartamenti in cui non abita nessuno), non sono attività occasionali (il 64% degli annunci riguarda alloggi disponibili per più di sei mesi all’anno) e non è vero che le nuove formule tendono a svilupparsi dove c’è carenza di offerta (gli alloggi sono concentrati soprattutto nelle grandi città e nelle principali località turistiche). 
Federalberghi parla dunque di un consumatore «ingannato due volte: viene tradita la promessa di vivere un’esperienza autentica e vengono eluse le norme poste a tutela del cliente, dei lavoratori, della collettività e del mercato. Si pone inoltre un problema di evasione fiscale e di concorrenza sleale, che danneggia tanto le imprese turistiche tradizionali quanto coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza».

CHIESTI MAGGIORI CONTROLLI - Inoltre, nel chiedere regole e controlli anti-illegalità, Federalberghi sollecita misure «che pongano un argine allo spopolamento dei centri storici, conseguenza della tendenza a sfrattare i residenti, per far posto ad attività di locazione breve, che vengono affittate a peso d’oro». Una soluzione? «Come in altri Paesi – afferma Schneider – le abitazioni private potrebbero essere affittate ai turisti solo se il proprietario è residente nell’appartamento, per un numero massimo di giorni all’anno, per un numero massimo di persone per notte e per una porzione dell’immobile».