18 aprile 2024
Aggiornato 19:00
L'articolo

Internazionale «racconta» l'accoglienza a Udine: un quadro non condiviso dall'assessore Nonino

Per la rappresentante della città è ingiusto «che non si citi nemmeno una volta il programma di accoglienza diffusa, e tutti i progetti di accoglienza fatti in una città che ha sostenuto un peso incredibile»

UDINE – La rivista Internazionale si è occupata del tema dell’accoglienza migranti in città. L’ha fatto utilizzando come parametro gli occhi di chi i richiedenti asilo li ha assistiti, accolti e, soprattutto nei primi periodi dell’emergenza, sostenuti, come l'associazione Ospiti in Arrivo. Non a caso il titolo del pezzo a firma di Annalisa Caminni è ‘Chi aiuta i migranti in Friuli Venezia Giulia è lasciato solo’. Una ricostruzione che però non è piaciuta all’assessore comunale Antonella Nonino, che ha replicato dal suo profilo Facebook.

Il quadro che emerge dall'articolo non è dei migliori, con critiche alle regole imposte nei centri di accoglienza cittadini (come quella del coprifuoco) e alle condizioni delle strutture scelte per far fronte all’emergenza (ex caserma Cavarzerani su tutte). Tante cose andrebbero migliorate, ma molto è stato fatto rispetto alla situazione iniziale e vedendo ciò che accade in altre parti d'Italia, a Udine i migranti non se la passano poi così male. Il merito va soprattutto a Prefettura e Croce Rossa Italiana. «Abbiamo fatto del nostro meglio per migliorare l’accoglienza e aggiungere più servizi anche se non sono previsti dalla convenzione: abbiamo introdotto la scuola d’italiano, i corsi di artigianato e ora via via le tende dovrebbero essere sostituite da container secondo quanto promesso dal prefetto», afferma Di Lenardo dalle pagine di Internazionale.

Nel pezzo si punta il dito sui Comuni ('in pochi quelli che accolgono') e sulla Regione, 'incapace di sostenerli con una politica attiva per l’accoglienza diffusa, al di là dei proclami'.  Non la pensa così l’assessore Nonino: «L'Internazionale dedica una pagina al tema dell'accoglienza a Udine, cimenticando qualche cifra: 13.000 arrivi, apertura caserme per gestire centinaia di persone che dormivano all'aperto senza nulla, 350 posti di accoglienza diffusa, quasi un migliaio di persone coinvolte in progetti di formazione, integrazione. 
L'evento raccontato nell'Internazionale - scrive Nonino - era all'interno di Vicino Lontano, incontri e dibattiti voluti dal Comune di Udine, sì da quegli amministratori liquidati con un sottotitolo infelice, paurosi di perdere consensi. Nessuna paura abbiamo solo lavorato a testa bassa governando un fenomeno nemmeno visto dal Ministero. 
Lavorando in un inutile fuoco incrociato di demagogia e xenofobia, 'se fai sbagli perchè fai, ma comunque non fai mai abbastanza'Ma ancora di più, trovo ingiusto che non si citi nemmeno una volta il programma di accoglienza diffusa, e tutti i progetti di accoglienza fatti in una città che ha sostenuto un peso incredibile. Come avrebbe detto la mia meravigliosa nonna 'a ul provât' (trad. Bisogna solo provare prima di giudicare)».