29 aprile 2024
Aggiornato 20:00
Artigianato

Il numero di imprese artigiane sceso ai livelli del 1995

La crisi cancella circa 167 aziende ogni anno. Ormai gli imprenditori hanno fiducia solo in loro stessi.

UDINE – La crisi ha vanificato la crescita conquistata dal mondo artigiano negli ultimi vent’anni. Alla fine del 2014, infatti, il numero di imprese attive in Fvg era pari a 14.285, sostanzialmente uguale a quello registrato nel 1995. Un dato emerso nel corso  della presentazione della XVIII indagine congiunturale dell’artigianato friulano, realizzata da Confartigianato Udine. Se nel 2013 le imprese artigiane del Fvg erano 14.452, dodici mesi dopo il loro numero è sceso di 167 unità (-1,2%), con una diminuzione dei lavoratori dipendenti pari a circa il 4%. Rispetto al 2005, a sparire sono state oltre 1.600 aziende, con una media annua di circa 160.

Accanto a questi dati concreti, Confartigianato ha raccolto le impressioni di 600 imprenditori iscritti all’Alto Artigiano. Ciò che emerge è una fiducia ai minimi termini (il punto più basso dal 2012) verso il sistema economico italiano (chi si dichiara fiducioso non supera la soglia del 16% degli intervistati), a fronte però di un ritrovato ottimismo sulle capacità di competere della propria azienda (l’84,7% degli artigiani è fiducioso). Gli artigiani Fvg, quindi, sanno che possono fare affidamento solo alle proprie forze per uscire dalla crisi, e a queste si aggrappano per vedere la luce in fondo al tunnel. Non è un caso, a questo proposito, se dall’indagine congiunturale emerge un giudizio negativo su chi governa, ai vari livelli amministrativi (governo nazionale e regionale, provincia e capoluogo di provincia), indipendentemente dal colore politico. Migliora invece il giudizio sui sindaci dei Comuni, in particolare per quelli più piccoli, al di sotto dei 5.000 abitanti.

A presentare i dati dell’indagine ci hanno pensato il presidente vicario di Confartigianato Udine Franco Buttazzoni, il presidente di Confartigianato Udine servizi Daniele Nonino, il direttore Gian Luca Gortani e il responsabile dell’Ufficio Studi Nicola Serio.

«Giudizi così negativi e una sfiducia così larga – spiega Buttazzoni – sono il sintomo di un malessere diffuso tra gli artigiani, dovuto a una crisi pesante e molto lunga, ma anche di politiche percepite dai piccoli imprenditori come distanti dall’impresa. Il momento è propizio – aggiunge Buttazzoni - per rilanciare l’economia regionale e italiana. In questo momento i politici hanno una grande occasione per riscattarsi agli occhi degli imprenditori, iniziando a garantire un ambiente favorevole al fare impresa».

Tra gli errori della Pubblica amministrazione, Confartigianato Udine riprende i casi delle multe da mille euro comminate dalla Regione Fvg agli artigiani che comunicano in ritardo alle Asl la variazione dei dati identificativi del mezzo di trasporto. «Perché – dice Buttazzoni – non inviare una lettera di sollecito prima della sanzione? Perché se un imprenditore ritarda a effettuare un adempimento deve pagare immediatamente una sanzione mentre la Pubblica amministrazione non paga nulla se non rispetta i suoi impegni verso le imprese? Occorre modificare questo modo di fare avviando un confronto con la Pubblica amministrazione in ottica collaborativa, ripristinando, per esempio, l’istituto della diffida, per dare agli imprenditori l’opportunità di mettersi velocemente in regola in caso di inadempimenti lievi, prima che scattino le sanzioni».

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