18 aprile 2024
Aggiornato 05:30
Strategia energetica nazionale 2017

Dal Zovo, la centrale a carbone di Monfalcone provoca inquinamento

L'impianto verrà chiuso già nel 2025 o comunque entro il 2030 per volere del decreto emanato dal Governo Gentiloni

MONFALCONE - Il Governo Gentiloni ha emanato un decreto che adotta la Strategia energetica nazionale 2017, il piano decennale per la gestione del cambiamento del sistema energetico. Questo documento, come anticipato pochi giorni fa dall'assessore regionale Sara Vito, prevede la fine dell'utilizzo del carbone per una serie di centrali elettriche alimentate a carbone in Italia, compresa quella della A2A-Energiefuture di Monfalcone. L'esponente della Giunta di centrosinistra sui media ha parlato di chiusura dell'impianto già nel 2025 o, in alternativa, entro il 2030, affermando con soddisfazione che si tratta di un riconoscimento importante da parte del Governo per una visione strategica che prefigura un futuro senza carbone per l'impianto di Monfalcone.

«È incredibile quanto affermato dall'assessore - attacca la consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle Ilaria Dal Zovo - perché si è infatti dimenticata di dire che la centrale termoelettrica a carbone A2A-Energiefuture è una delle realtà del territorio che provoca inquinamento nel Monfalconese. Inoltre, ha esultato quasi si trattasse di una vittoria di chi ha amministrato il Friuli Venezia Giulia negli ultimi 5 anni. Dobbiamo ricordare invece quanto sia stata proprio l'inerzia della Giunta Serracchiani a condannare chi abita nella città dei cantieri e nei paesi limitrofi ad altri 8 anni di inquinamento da metalli pesanti. Un inquinamento diventato palese già nel biennio 2015-2016 a seguito di due studi scientifici - uno privato e uno della Provincia di Gorizia - che avevano fotografato perfettamente le ricadute che anche la centrale termoelettrica di Monfalcone ha su quel territorio. Al punto - ricorda la consigliera pentastellata - che noi del M5S avevamo chiesto alla Giunta Serracchiani di battersi per chiedere la revisione dell'Aia. Richiesta, come sempre, mai presa in considerazione».

«Allo stesso tempo - aggiunge Ilaria Dal Zovo - non possiamo dimenticare che è stato il Governo Renzi, sulla base di una direttiva europea, a estendere per altri 8 anni l'Aia alla centrale fino al 2025. Estensione arrivata in seguito all'intervento sui denitrificatori (denox) fatto dalla proprietà. Nell'Aia è prevista la riconversione a gas, che però l'azienda non ha mai preso in considerazione perché non sostenibile economicamente, ma che la Giunta Serracchiani ha inserito nel Piano energetico regionale».

«Noi del MoVimento 5 Stelle nel nostro Piano energetico nazionale avevamo previsto, invece, l'abbandono definitivo del carbone in Italia entro il 2020. Per parte nostra, da quando siamo stati eletti in Consiglio regionale, abbiamo chiesto con forza che ricercatori indipendenti fossero messi in grado di effettuare studi epidemiologici, analisi dei fondali e indagini sui licheni per avere dati certi sull'inquinamento nel Monfalconese. In realtà - conclude la consigliera pentastellata - la politica finora ha fatto sempre troppo poco per tutelare la salute dei cittadini del Monfalconese, schiacciati da un mix micidiale di agenti inquinanti».