Le irrigazioni vaginali raddoppiano il rischio cancro alle ovaie
Nelle donne che regolarmente eseguono irrigazioni vaginali è stato trovato raddoppiare il rischio di sviluppare un cancro ovarico, e non solo
CALIFORNIA – Gli scienziati dell’Università della California a San Francisco (o UCSF) hanno scoperto che c’è una relazione tra le irrigazioni vaginali e il cancro alle ovaie. Nello specifico, questa pratica farebbe raddoppiare il rischio di sviluppare questa forma di cancro ovarico.
Molti i rischi
Se il nuovo studio ha evidenziato il rischio di cancro alle ovaie, già precedenti ricerche avevano dimostrato che le irrigazioni o i lavaggi vaginali per combattere le infezioni da lieviti (come per esempio la Candida), le malattie infiammatorie pelviche o le gravidanze ectopiche potessero causare diversi e seri problemi. I ricercatori hanno anche trovato associazioni tra le irrigazioni e il cancro cervicale, una riduzione della fertilità, l’HIV e altre malattie sessualmente trasmissibili.
Una sorpresa
Sebbene a conoscenza dei problemi cagionati dalle irrigazioni vaginali in genere, la dottoressa Joelle Brown, epidemiologa presso l’UCSF, scoprire un legame tra irrigazioni e cancro ovarico l’ha colta di sorpresa. «Mentre la maggior parte dei medici dell’American College of Obstetricians and Gynecologists raccomandano fortemente alle donne di non fare irrigazioni vaginali, molte donne continuano perché ritengono erroneamente di ottenere benefici per la salute, come per esempio una maggiore pulizia», ha dichiarato via email alla Reuters la dott.ssa Brown, che non è stata coinvolta in questo studio pubblicato sulla rivista Epidemiology.
Un killer silenzioso
Il cancro ovarico è noto anche come ‘il killer silenzioso’, perché nelle donne spesso i sintomi compaiono quando la malattia è progredita a uno stadio avanzato, per cui la diagnosi è di solito infausta. Si stima che il 75% circa delle donne con diagnosi di cancro ovarico muoiano ogni anno. Secondo gli esperti, questa ecatombe dovrebbe poter essere fermata, specie facendo più informazione e rendendo le donne consapevoli dei rischi.
Lo studio
I ricercatori per questa ricerca hanno coinvolto oltre 41mila a partire dal 2003. Le partecipanti avevano un’età compresa tra i 35 e i 74 anni, mentre tutte avevano almeno una sorella cui era stato diagnosticato un cancro al seno. Al basale, tutte le donne non avevano cancro al seno o alle ovaie. Durante il periodo di follow-up, a luglio 2014, si sono verificati 154 casi di cancro ovarico. E dai dati raccolti si è scoperto che le donne che avevano compiuto irrigazioni vaginali l’anno prima dell’inizio dello studio avevano raddoppiato il rischio. Questa relazione è stata trovata essere ancora maggiore tra le donne che non avevano una storia familiare di cancro al seno. La dott.ssa Clarice Weinberg e colleghi sentono di dover avvisare le donne dal rischio irrigazioni e lavande vaginali che possono alterare il naturale equilibrio, promuovendo il proliferare di batteri nocivi e altri agenti patogeni.