Gli Oscar nel segno di Katherine Bigelow
Prima donna miglior regista con «The hurt locker». Fra gli attori vincono Bullock e Bridges
LOS ANGELES - L'8 marzo l'Oscar si declina decisamente al femminile: Katherine Bigelow si aggiudica il duello con l'ex marito James Cameron e per la prima volta una vince la statuetta per il miglior film, «The Hurt Locker». La vittoria ha sorriso agli esordienti anche nelle principali quattro categorie interpretative: Sandra Bullock come migliore attrice protagonista per «The Blind Side» e Jeff Bridges come miglior attore per «Crazy Heart», insieme ai non protagonisti MoNique («Precious») e Christoph Waltz («Inglourious Basterds»); la palma di miglior film straniero è andato all'argentino «Nei suoi occhi».
DELUSIONE AVATAR - Nel complesso, pronostici rispettati e conseguente delusione per «Avatar»: il campione di incassi della storia del cinema si è dovuto accontentare di tre Oscar tecnici, tra cui ovviamente non potevano mancare gli effetti speciali oltre altre a direzione artistica e fotografia, quest'ultimo andato all'italiano Mario Fiore (a completare i premi per i nostri colori, Micvhael Giacchino, per la colonna sonora di «Up»).
Va detto che Cameron, seduto accanto alla ex consorte, si è unito con entusiasmo all'ovazione che ha accompagnato l'annuncio della vittoria del miglior film, mentre un'emozionatissima Bigelow ha dedicato la statuetta ai militari statunitensi impegnati in Iraq e in Afghanistan: «E' il momento di una vita, non c'è alcun altro modo per descriverlo».
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