25 aprile 2024
Aggiornato 03:30
Fondazione Torino Musei

Licenziamenti confermati, i lavoratori della Fondazione Musei si incatenano davanti al Comune

All'ingresso del Comune di Torino sono state stese delle sagome nere e alcuni lavoratori si sono incatenati alla statua centrale della piazza

TORINO - Un vento freddissimo accompagna questa mattina, giovedì 28 dicembre, l'ennesima protesta messa in atto dei lavoratori della Fondazione Torino Musei per chiedere il ritiro dei 28 provvedimenti di licenziamento comunicati prima di Natale. Alle 11 di oggi in tanti si sono radunati all'esterno della sede della Fondazione in piazza Savoia a Torino e hanno aspettato, sperando, che qualcosa di buono potesse nascere dall'incontro tra i sindacati e i vertici della Fondazione. Invece, purtroppo, la situazione non è cambiata e il piano di riduzione del personale è ancora saldamente in piedi.

FONDAZIONE - «Nulla di fatto» riportano amaramente i rappresentanti dei lavoratori dopo l'incontro a cui ha preso parte lo stesso presidente della Fondazione, Maurizio Cibrario e il segretario generale Cristian Valsecchi. «Siamo vittime sacrificali di un contrasto politico che è in atto nella nostra città per aggiudicarsi il monopolio della cultura» proseguono i lavoratori che seguitano la loro protesta ininterrottamente ormai da settimane. In seguito all'incontro in piazza Savoia, i lavoratori hanno messo in atto un sit in pacifico di fronte a Palazzo Civico. All'ingresso del Comune di Torino sono state stese delle sagome nere su cui troneggiava a chiare lettere la scritta "licenziato" e alcuni lavoratori si sono incatenati alla ringhiera della statua centrale della piazza. Il tutto alla presenza dell'assessore alla Cultura di Torino, Francesca Leon che ha dichiarato: «Noi ci siamo, siamo qua e cercheremo di trovare una risposta concreta».

LICENZIAMENTI - Eppure, nonostante la messa in atto di oltre 10 giorni di proteste e la petizione di 22mila 500 firme che chiede la revoca dei provvedimenti, la situazione non pare migliorare. «Il presidente Cibrario ha ribadito ancora una volta che il ritiro delle procedure di licenziamento non è possibile, perché il bilancio viene approvato con quei tagli» ha spiegato Dante Ajetti della Fp-Cgil. Tutto dipenderebbe dunque dal contributo delle istituzioni, comunali e regionali, oltre che dalle società bancarie. Durante l'incontro è inoltre emerso che in un primo momento la Fondazione avesse messo in campo l'ipotesi di utilizzare dei contratti di solidarietà ma che questa, a luglio, sia stata ritirata. Perchè? «Pensano che la situazione peggiorera nel 2018 e perciò vogliono tenersi aperta la strada dei contratti di solidarietà per usarli, se servirà, l'anno prossimo» ha spiegato Ajetti che ha aggiunto: «Noi confidiamo che Comune e Regione intervengano con fondi aggiuntivi e nuove idee».

COMUNE - Appare dunque fondamentale, in questa fase, che le istituzioni lavorino insieme, anche se la prospettiva di una collaborazione serena tra Comune di Torino e Regione Piemonte sembra piuttosto malferma. Per domani infatti l'assessora Leon ha convocato un incontro a Palazzo Civico con i sindacati, a cui non è certo se parteciperà o meno anche Regione. Nel frattempo la protesta dei lavoratori prosegue senza sosta e piena di incognite. Cosa ne sarà, ad esempio, dei lavoratori rieintegrati dal Comune? Verranno riassunti durante questi ultimi giorni del 2017 o tutto è rimandato all'anno nuovo; e se così fosse, come si ritiene di far coincidere i reintegri con il blocco delle assunzioni previsto per il 2018? Non resta che seguire gli sviluppi dei prossimi giorni.