Vaccini, genitori inferociti fanno irruzione in Regione: «Vogliamo essere liberi di scegliere»
Il decreto per rendere obbligatori i vaccini per l'accesso a scuola, da 0 a 16 anni, avanza e continuano le polemiche. Un chiaro segnale del malcontento che ribolle sotto la superficie lo hanno dato ieri, giovedì 20 luglio, un gruppo di genitori e nonni che si sono presentati in Regione per dire la loro in fatto di vaccini
TORINO - Il decreto per rendere obbligatori i vaccini per l'accesso a scuola, da 0 a 16 anni, avanza e continuano le polemiche. Il Senato ha approvato il provvedimento rivisto, ma non depotenziato ci tiene a precisare il ministro alla Salute Lorenzin, e ora la palla passa alla Camera che lo approverà definitivamente il 28 luglio. In Piemonte però, come in molte altre regioni d'Italia, continuano ad alzarsi le voci dei contrari al principio di obbligatorietà. Un chiaro segnale del malcontento che ribolle sotto la superficie lo hanno dato ieri un gruppo di genitori e nonni che si sono presentati in Regione per dire la loro in fatto di vaccini.
REGIONE PIEMONTE - Durante la conferenza stampa tenutasi ieri, giovedì 20 luglio, in Regione Piemonte per presentare il piano di messa in atto del decreto, si è presentato un gruppo di genitori fortemente intenzionato a far sentire la propria voce. Proprio mentre l'assessore alla Sanità, Antonio Saitta e la sua collega all'Istruzione Gianna Pentenero stavano spiegando i termini della circolare attuativa inviata alle Asl e alle scuole, un cospicuo gruppo di genitori, alcuni con bambini al seguito, è intervenuto per manifestare la propria opposizione.
OPPOSIZIONE - Il gruppo che si è presentato, autoinvitato, alla conferenza stampa, chiedeva di far valere il loro punto di vista: non contro i vaccini ma per la libertà di scelta, così si potrebbe sintetizzare la loro posizione. Il decreto rivisto riduce le vaccinazioni obbligatorie da 12 a 10, ma sempre di obbligo si tratta. Alla fine della conferenza i manifestanti sono stati ascoltati da Vittorio Demicheli, dirigente regionale, e quel che chiedono è di poter scegliere in merito alla salute dei propri figli.
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