19 aprile 2024
Aggiornato 11:30
Beni Confiscati

Fermi i lavori nella villa del boss della 'ndrangheta

A Cuorgnè è stop alla riconversione della villa sequestrata nel 2014 al boss Bruno Iaria. Gli arredi della casa, infatti, sono ancora al loro posto e nessuno si sta occupando della loro rimozione

CUORGNE' - La riconversione della villa del boss Bruno Iaria (confiscata nel 2011) in un centro per l’emergenza abitativa dovrà attendere. Purtroppo gli arredi dell’abitazione, formalmente non confiscati alla famiglia dell’esponente dell’ndrangheta, sono ancora dentro casa: mobili, materassi, quadri ed effetti personali. Nessuno si è ancora preso l’onere di portarli via.

La convenzione con Libera e Mastropietro Onlus è stata ritirata
L’altra sera, in consiglio comunale, la ratifica della convenzione con l’associazione «Mastropietro Onlus» di Cuorgnè (che insieme a Libera si occuperà del bene confiscato) è stata ritirata. I beni di fatto sono ancora proprietà della famiglia Iaria fino a quando l’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, non avvierà la procedura di alienazione. Al momento, in quella direzione, non si è ancora mosso nulla.

Bisognerà aspettare la burocrazia
Non più tardi di due settimane fa, Libera aveva promosso nella villa del boss un incontro dal titolo eloquente, «Riappropriamoci del bene», volendo avviare i lavori in occasione del passaggio in Canavese della «Carovana Antimafie». A quanto pare ci sarà ancora da attendere. Gli intoppi burocratici hanno avuto la meglio, congelando l’ambizioso progetto di riutilizzo della villa.