24 aprile 2024
Aggiornato 15:30
«Tute blu»

Crisi metalmeccanica: a rischio 1560 lavoratori

Lo dicono i dati Fiom. Nel Canavese un dipendente su tre sta perdendo il posto. Dopo la manifestazione Fiom di venerdì a Torino, la Regione promette un tavolo di confronto.

IVREA – I dati diramati da Fiom in questi giorni parlano chiaro: in Piemonte – contando solo le aziende in cui sono presenti le tute blu di Cgil – i lavoratori interessati da ammortizzatori sociali sono 33mila, di questi 5.500 hanno perso il lavoro in seguito al fallimento dell'azienda in cui erano occupati, sono 15mila, poi, i metalmeccanici in cassa integrazione del gruppo Fca e Cnh Industrial. Questo il quadro generale, scendendo nello specifico del Canavese, nelle 17 aziende monitorate da Fiom si contano 1560 lavoratori in condizioni difficili, nel calderone finiscono sia gli operai attualmente in mobilità a seguito di cessazioni di attività – è il caso dei 200 di Pininfarina a San Giorgio, dei 100 della sede eporediese di Agila e dei 120 della Nuova Sinter di San Bernardo – sia le casse straordinarie o in deroga che contraddistinguono casi ancora da derimere come quello della Telis, che interessa 170 addetti.

Insomma le tute blu ricordano che la crisi c'è ancora e si vede, e soprattutto rimettono l'accento su un problema che resta insoluto, quello dei lavoratori da reintegrare. La fascia dei disoccupati over 40 rimane debole, le nuove leggi sul lavoro rischiamo di svecchiare il mercato senza però tutelare debitamente chi un lavoro non ce l'ha più ed è troppo giovane per mettersi a meritato riposo. Lo rivendica Federico Bellomo,  segretario provinciale Fiom che conosce Ivrea come le sue tasche, ed insieme ai colleghi di tutto il Piemonte venerdì ha manifestato a Torino davanti al palazzo della Regione per chiedere più tutele e un tavolo di confronto con gli imprenditori e istituzioni. In piazza, tra alcune centinaia di tute blu anche i lavoratori della Telis di Scarmagno, della Pcma (gruppo Fca) di San Benigno, l’Agile di Ivrea e Torino.

L'appello è stato acolto dalla Regione, in una nota Sergio Chiamparino dichiara che «la Regione si farà promotrice di un tavolo con le organizzazioni datoriali e con i sindacati confederali per affrontare il problema delle migliaia di lavoratori che hanno perso l’impiego e che dal 2015 non avranno più la possibilità di accedere agli ammortizzatori sociali.

«Se guardo ai dati macroeconomici - spiega Chiamparino - vedo i segnali di una timida ripresa, trainata soprattutto dall’export, in settori che tradizionalmente non impiegano molta manodopera. Resta da capire come questo si potrà tradurre sul piano di un aumento della domanda interna. Immagino comunque che ci troveremo davanti ad uno scenario migliore a quello dell’anno trascorso. Come Regione, solo pagando i debiti pregressi, immetteremo sul mercato un miliardo e mezzo di liquidità».