Antonini: “Al Milan servono punti di riferimento in campo”
Nonostante l’ottimo campionato e la vittoria della Supercoppa Italiana, alla squadra di Montella manca ancora qualcosa
PRATO - Il successo nella Supercoppa Italiana contro la Juventus ha coronato un fine 2016 eccellente per il Milan, rinato dalle ceneri dell’ultimo quinquennio berlusconiano che aveva portato i rossoneri ad esibirsi come semplice comparsa della serie A, fuori dall’Europa da ormai tre anni. Vincenzo Montella, nuovo allenatore milanista, giunto in estate nella quasi più totale indifferenza, ha rivoltato come un calzino quell’organico non rinforzato dalla latitante società rossonera, ma tutto sommato non così scarso come sembrava; la zona terzo posto occupata dalla squadra di Montella e la vittoria in Supercoppa ne sono la dimostrazione. Ma cosa manca ancora al Milan per tornare competitivo anche per qualcosa di più? Prova a rispondere Luca Antonini, ex terzino rossonero, oggi impegnato nella guida del settore giovanile del Prato Calcio: «Nel 2012 il Milan ha visto andar via tanti senatori - afferma l’ex calciatore - e il fatto di non averli sostituiti con gente dal pari carisma ed esperienza è stato l’inizio della discesa dei rossoneri. E’ stato difficile riorganizzarsi, la scelta migliore è stata fatta quest’anno con la chiamata di Montella in panchina, un allenatore che ha ricompattato e riorganizzato un gruppo depresso, i risultati si stanno vedendo. E’ proprio Montella secondo me il punto di riferimento del Milan di oggi, anche se penso che dovrebbero essercene almeno un paio pure in campo: ai miei tempi io avevo Paolo Maldini come riferimento, a Montella oggi manca un leader fra i suoi calciatori, anche se capisco che non sia facile trovarne». Eppure, i vari Paletta, Kucka e persino Abate, si stanno rivelando leader inattesi, guide per il giovane gruppo milanista, aggrappato alle prime posizioni della serie A quasi per caso ma determinato a rimanerci fino alla fine.