28 agosto 2025
Aggiornato 05:30
Calcio

Maldini-Milan, un no annunciato

La poltrona di direttore tecnico, offerta da Fassone all'ex capitano rossonero, non è l'incarico che Maldini chiedeva, una posizione di sola immagine senza interagire con la nuova proprietà

MILANO - Un copione scritto e recitato pure abbastanza male: Paolo Maldini aveva già più volte detto che avrebbe ascoltato ogni eventuale proposta del Milan per rientrare nella società rossonera, ma che mai e poi mai avrebbe accettato un ruolo di semplice rappresentanza. Marco Fassone, futuro amministratore delegato milanista, ha avvicinato l'ex capitano del Milan proponendogli la poltrona di direttore tecnico, una proposta non ancora rifiutata ufficialmente da Maldini ma assolutamente non gradita all'ex calciatore che ha ribadito a Fassone di non volere compiti senza poteri decisionali e ruoli senza diretto contatto con la proprietà. Nel discorso di Fassone, infatti, per Maldini ci sarebbe un lavoro a stretto contatto con l'amministratore delegato stesso ma non con il consorzio cinese: no, Maldini non vuole questo, Maldini vuole un incarico di potere, non vuole dipendere da nessuno e relazionarsi direttamente con la proprietà, con tutto il rispetto di Fassone e degli altri dirigenti.

E domani?

Il futuro amministratore delegato non molla, Maldini è il primo nome sulla lista delle ex bandiere da inserire in società, ma per rivederlo davvero al Milan occorrerà che lui stesso o Fassone facciano un passo indietro rispetto alle rispettive idee: difficile che qualcuno receda, difficile che la nuova società si pieghi al volere di Maldini, difficile che l'ex calciatore accetti un ruolo in cui si sente delegittimato, molto più probabile che la famosa bandiera inserita nel nuovo Milan sia qualcuno fra Ambrosini, Costacurta, Albertini, Massaro o Di Canio, con Paolo Maldini a fare ancora il marito e il papà a casa.