2 ottobre 2025
Aggiornato 21:00
Calcio

Dottor Jekyll e mister Hyde: qual è il vero De Sciglio?

Alle incoraggianti prestazioni del terzino agli ultimi Europei non ha fatto seguito un'altrettanto positiva prova all'esordio stagionale contro il Napoli

MILANO - Il Milan non lo ha voluto cedere neanche di fronte a discrete offerte dall'estero e dall'Italia con Juventus e Napoli che lo avevano espressamente richiesto. Ed onestamente non si può accusare la società rossonera di aver sbagliato, perchè le prestazioni di Mattia De Sciglio, terzino classe 1992, ai recenti europei di Francia avevano ringalluzzito i tifosi milanisti, abituati a vedere un calciatore penoso, lento, goffo, timido e spaurito, peggiore anche di Abate, il che è tutt'altro che incoraggiante. Sotto la sapiente gestione di Antonio Conte, invece, De Sciglio era tornato un giocatore coi fiocchi, grintoso, propositivo, attento, segno che il problema era nella testa e non nei piedi. Tutto pronto per decollare anche col Milan, dunque, e invece nell'esordio stagionale a Napoli (col Torino alla prima giornata era infortunato) si è rivisto il vecchio De Sciglio, quello tristemente conosciuto dall'ambiente milanista: di nuovo timido, di nuovo inconcludente, di nuovo timoroso di affondare il colpo, come se la maglia rossonera lo condizionasse a prescindere. Le qualità sono indiscusse e indiscutibili, la personalità è evidentemente labile per il terzino lombardo e Vincenzo Montella dovrà lavorare duramente e specificamente per capire quale sia il tappo che blocca De Sciglio quando scende in campo col Milan. In un organico così povero di talento, perdere uno dei pochi calciatori in grado di dare qualcosa sarebbe deleterio, soprattutto perchè i problemi di De Sciglio sono di carattere mentale e non tecnico, per cui forse più risolvibili di altri. Dopo la sosta per le nazionali, forse, ne sapremo di più.