27 agosto 2025
Aggiornato 22:30
Calcio

Lodetti: “De Sciglio è rinato, un bene per il Milan”

L’ex centrocampista rossonero elogia le ottime prestazioni in nazionale del terzino, chiamato adesso a ripetersi anche con la squadra di Montella

MILANO - Gli Europei francesi del 2016 saranno ricordati certamente per lo straordinario lavoro di Antonio Conte alla guida della nazionale italiana, ma anche per la rinascita di Mattia De Sciglio, un calciatore arrivato alla rassegna continentale solo ed esclusivamente per la penuria di uomini nel suo ruolo e non certo per meriti propri, ma capace di sovvertire ogni pronostico a suon di prestazioni gagliarde in cui ha tirato fuori una grinta ed un carattere che i tifosi del Milan mai avevano visto negli ultimi tre anni nei quali anzi avevano spesso e volentieri fischiato il terzino milanese. Anche Giovanni Lodetti, storico centrocampista del Milan anni sessanta e settanta, riconosce il valore di De Sciglio dopo le gare in nazionale: «Ho visto un De Sciglio trasformato e in gran forma - sostiene l’ex calciatore - è evidente che sta bene anche moralmente, come ha dimostrato la responsabilità che si è assunto nell’andare a calciare uno dei rigori contro la Germania. Dopo qualche anno difficile, ritengo che il Milan abbia ritrovato un giocatore importante che tanto può ancora dare al calcio italiano e alla causa rossonera».

Incedibile

Ed ora, dopo aver capito che De Sciglio sa ancora fare il calciatore, il Milan può definitivamente toglierlo dal mercato, infischiandosene delle offerte di Juventus, Napoli e Barcellona, dando fiducia ad un ragazzo ritrovato e restituito al calcio da un fuoriclasse della panchina come Antonio Conte. Sarebbe davvero una beffa (un’autobeffa, a dire la verità) se il Milan, dopo essersi sorbito i disastri del De Sciglio vecchia maniera, insicuro ed impacciato, cedesse il terzino proprio adesso che si è ritrovato, proprio adesso che quella convocazione agli Europei tanto criticata venti giorni fa, è stata pienamente giustificata dalle sue notevoli prestazioni. E se poi a Milanello si capisse che anche gli allenatori fanno la differenza, forse l’ex club più titolato al mondo farebbe qualche sacrificio per portare sulla panchina rossonera un Conte, così fatto con Fabio Capello nell’estate del 1991.