Eranio sul Milan: “Meglio che non arrivi sesto”
L’ex centrocampista rossonero si augura che la squadra di Brocchi non riparta dai preliminari estivi in luglio
MILANO - Un tempo a maggio il Milan preparava feste scudetto e/o finali di Coppa dei Campioni, oggi si ritrova ad inseguire il Sassuolo nella corsa al sesto posto, l’ultimo che grazie al campionato consenta di raggiungere l’Europa, quella stessa Europa che il Milan non vive da tre anni. Ci sarebbe poi anche la finale di Coppa Italia, ma pensare che la sgangherata banda di Cristian Brocchi possa battere la compatta Juventus di Allegri, pentacampione d’Italia, appare impresa più incredibile di quella compiuta dal Leicester in Inghilterra. Assalto al sesto posto, dunque, che obbligherebbe il Milan a partire dai preliminari di luglio, attaccati agli Europei di Francia, un impegno che impedirebbe ai baldi calciatori rossoneri di farsi le tanto sospirate e meritate vacanze. Secondo Stefano Eranio, ex centrocampista rossonero di inizio anni novanta, andare in Uefa da sesti sarebbe un problema per Bonaventura e compagni: «Da tifoso del Milan - sostiene Eranio - spero che il Milan vada in Coppa Uefa da vincitore della Coppa Italia, perché arrivare sesto in campionato e dover partire dai preliminari estivi stravolgerebbe tutta la prossima stagione. A quel punto sarebbe meglio rimanere fuori dall’Europa e programmare il rilancio con una preparazione normale». Un altro anno senza Europa, calciatori che rifiutano il trasferimento al Milan perché poco invogliati dal dover disputare solamente le gare di campionato (leggi Jackson Martinez la scorsa estate), il ranking Uefa che scende, scende e scende ancora, e quando un giorno (un giorno lontano) il Milan dovesse tornare miracolosamente a giocare in Europa, lo farebbe dalla fascia più bassa. Un tempo il Milan preparava le finali di Coppa dei Campioni ed era la prima squadra d’Europa come coefficiente, oggi Berlusconi l’ha portata ad inseguire un difficile e peraltro pure poco ambito sesto posto. Euforia: zero, prospettive future: zero, voglia di investire: zero. Tutto porta ad una cessione societaria come unica soluzione, ma il presidente vacilla ancora. Cosa pensa di poter fare ancora alla guida di una squadra distrutta?