27 agosto 2025
Aggiornato 21:00
Calcio

Luca Serafini: "Mihajlovic diventato simpatico grazie a Berlusconi"

Interessante teoria quella del noto giornalista di Mediaset, secondo cui le continue e ingiustificate frecciate del presidente rossonero hanno reso il tecnico serbo più accettato ed accolto dai tifosi milanisti, schierati ormai in larga maggioranza al fianco dell'allenatore

MILANO - Verrebbe da dire: finalmente ci sono arrivati (quasi) tutti. Al di là di qualche fido scudiero e di alcuni vassalli che stoicamente resistono ma che arrancano ormai sempre di più, la considerazione e la fiducia del popolo milanista nei confronti di Silvio Berlusconi sono ai minimi termini. Certo, ci è voluto quasi un lustro per giungere alla conclusione che questa dirigenza sta mandando il Milan alla deriva; da quel lontano e famigerato giugno del 2012, sono passati infatti quasi quattro anni, periodo in cui in pochi si erano resi conto dello sfascio totale a cui i rossoneri stavano andando incontro, mentre un miracoloso terzo posto (merito di un grande allenatore quale è Massimiliano Allegri) rinsaldava e rinforzava la poltrona presidenziale che, al contrario, sotto era già piena di buchi. C'era chi si sperticava in elogi verso la dirigenza che per trent'anni aveva tenuto in alto il Milan, c'era chi parlava di periodo di transizione, chi viaggiava col prosciutto davanti agli occhi e chi vedeva e non si preoccupava. Oggi, dopo quattro allenatori e tre campionati mediocri, la scusa del tecnico incapace non regge più: Mihajlovic, oltre che lavorar bene, sta anche smascherando una dirigenza ormai inascoltabile e ingiustificabile, le critiche di Silvio Berlusconi al tecnico serbo sono flebili ed inconsistenti, quasi nessuno ci casca più. I tempi di fattucchiere, feticci e stregonerie sembrano terminati anche a Milanello. Finalmente. Anche il letame gettato ad arte addosso ad Adriano Galliani non pare più attecchire granchè, anzi, sta bussando con forza alla porta del presidente milanista, il vero responsabile dello stato di crisi rossonero e a cui oggi viene presentato il salatissimo conto dopo quattro anni di scuse e di rumorosi graffi di unghie sui costosi specchi milanisti.

Non ci sono più alibi

Luca Serafini, noto giornalista della redazione sportiva di Mediaset, uno dei pochi ad aver capito (ed esternato) fin dall'inizio la reale situazione disastrosa del Milan, afferma con arguzia come le continue deboli critiche di Berlusconi abbiano aumentato il gradimento e la popolarità di Sinisa Mihajlovic, accolto forse con circospezione dal pubblico milanista, un po' per il suo passato interista, un po' per un curriculum da tecnico non di primissimo piano, ed ora invece schierato nettamente a favore dell'ex allenatore della Sampdoria: "Le dichiarazioni maligne di Berlusconi contro Mihajlovic - afferma Serafini - sortiscono l'effetto di suscitare spontanea simpatia e solidarietà nei confronti di Mihajlovic: dopo aver deliberatamente buttato a mare icone quali Seedorf e Inzaghi incatenati alla panchina come dal ponte di una nave pirata, ora anche il critico e il tifoso più ottuso stanno intuendo che nella totale assenza di autocritica, le continue frecciate nei confronti dei malcapitati allenatori di questa epoca decadente, sono un alibi comodo e cinico. Nascondono le magagne di una società che non c'è più se non come strumento da cavalcare in campagna elettorale. Mihajlovic ci ha messo un po' più del previsto, ma ora ha in mano il gruppo e la sua mano nel Milan si vede chiaramente, potrebbe regalare al Milan un trofeo dopo quattro anni, quella Coppa Italia che oltretutto al Milan manca da tredici, ma anche il ritorno in Europa dopo due anni di assenza». Eppure non basterà, eppure Mihajlovic molto probabilmente a giugno svuoterà il suo armadietto di Milanello per far spazio ad un nuovo condannato a morte, ad un nuovo Dead Man Walking che subirà il medesimo trattamento dei suoi predecessori. Ma, caro presidente, alla favola dell'allenatore incapace, per fortuna, non crede quasi più nessuno.