Marani: “Il Milan non è ancora consapevole della sua forza”
Secondo il vice direttore di Sky Sport la formazione di Mihajlovic deve ancora esprimere al meglio tutte le sue qualità
MILANO - La rincorsa del Milan ad un difficile terzo posto continua e la gara di domenica all’ora di pranzo contro il Genoa potrebbe aumentare le speranze rossonere, visto anche il concomitante scontro diretto tra Fiorentina ed Inter che si sfideranno in Toscana e che, magari con un pareggio, farebbero rientrare in piena corsa la squadra di Mihajlovic (oltre alla Roma, ospite del Carpi). Matteo Marani, ex direttore del Guerin Sportivo ed attualmente vice direttore di Sky Sport, analizza il momento del Milan dichiarando: «I rossoneri stanno attuando un percorso di maturazione ed è normale che ci siano momenti di rallentamento. Credo inoltre che il Milan non abbia ancora piena consapevolezza della sua forza, deve ancora capire al 100% chi sia e dove voglia arrivare».
Quanto è forte il Milan?
L’interrogativo, forse, è proprio questo: ma quanto vale il Milan? La classifica rispecchia l’andamento delle squadre, ma non sempre il reale valore degli organici. Prendiamo in esame, ad esempio, la stagione del Verona che è ultimo, quasi retrocesso e con una sola vittoria all’attivo in questo campionato, ma con una rosa decisamente migliore dell’ultimo posto, causato da infortuni lunghi e pesanti di molti uomini fondamentali della rosa (Toni, Pazzini, Viviani) e dalla caduta in un buco nero da cui la squadra veneta non è mai riuscita a risalire. Il Milan, oggettivamente, sembra più o meno allineato fra qualità degli uomini a disposizione dell’allenatore e posizione in classifica; lo scudetto è un miraggio neanche ventilabile a Milanello, il terzo posto un obiettivo complicatissimo, non alla portata di una rosa incompleta e con qualità povera come quella rossonera, in linea con la campagna acquisti effettuata in estate, ovvero vicina ad una qualificazione in Uefa che è il traguardo nettamente alla portata del club presieduto da Silvio Berlusconi. L’errore, semmai, è considerarla tanto migliore di quanto non sia, una sopravvalutazione che lo scorso anno, dopo Natale, ha portato Filippo Inzaghi alla confusione più totale; l’ex tecnico rossonero, infatti, era ben consapevole di guidare una formazione da quinto, sesto, settimo posto, si è avvicinato al terzo a fine autunno e la società, invece di mantenere tutti coi piedi a terra, ha spronato squadra ed allenatore a convincersi che la qualificazione alla Coppa Campioni fosse possibile (follia), Inzaghi ha chiesto troppo a sé stesso e ai suoi giocatori, il risultato è stato disastroso con la mancata qualificazione alle coppe europee e l’esonero di un tecnico meno incapace di quanto non si sia voluto far credere. Che almeno a Mihajlovic, tecnico peraltro più esperto del suo predecessore, venga risparmiata questa triste pantomima e che la dirigenza si assuma finalmente le responsabilità di ciò che fa e, soprattutto, di ciò che non fa.