26 aprile 2024
Aggiornato 05:00
Calcio

Figc, Zamparini spara a zero: «Uno schifo il tradimento dei 9 club»

Anche il presidente del Genoa Preziosi si schiera apertamente contro i dissidenti: «Il comunicato di ieri rappresenta un clamoroso voltafaccia di alcuni club, ma 9 firme non bastano neppure per un consigliere federale».

ROMA -  Ormai le entrate a gamba tesa di Maurizio Zamparini quasi non fanno più notizia, ma stavolta il presidente del Palermo ci è andato giù veramente pesante contro alcuni dei suoi colleghi: «Sono inorridito dal documento che hanno fatto, sono un branco di citrulli. Hanno anche tentato di cooptarmi, mi hanno telefonato Cairo e Agnelli, ma li ho mandati a quel paese». Così Maurizio Zamparini sull'iniziativa di 9 club di Serie A che hanno chiesto il ritiro di Tavecchio e Albertini dalla corsa alla Figc. «Questa operazione mi fa schifo, si devono vergognare - aggiunge il presidente del Palermo all'Ansa-. Cercare di sovvertire una maggioranza attraverso il potere e' vergognoso».

PREZIOSI A FERRERO: REGOLE NON CAMBIANO IN 2 GIORNI - Enrico Preziosi, presidente del Genoa, boccia senza appello l'ipotesi suggerita dal numero 1 della Sampdoria, Massimo Ferrero, di rinviare l'assemblea della Figc in programma lunedì. «Cercare di cambiare le regole a due giorni dal voto significa provare a vincere truccando il mazzo nel tentativo vano di imporsi ai danni della democrazia interna. Che bisogno c'è infatti di cambiare oggi le carte in tavola quando apertamente è stato siglato e sottoscritto da 18 firme un documento che impegnava le squadre a sostenere Tavecchio e il programma innovativo da lui rappresentato?», dice Preziosi prima di soffermarsi sulla nota con cui 9 club di Serie A hanno chiesto a Paolo Tavecchio e Demetrio Albertini di ritirare le proprie candidature alla presidenza federale. «La novità di ieri di 9 firme - da sole nemmeno sufficienti ad esprimere un consigliere federale - apertamente fotografano un voltafaccia di alcune squadre. Liberissimi di cambiare opinione. Dove sta il problema? La parola deve a questo punto passare alle urne - prosegue Preziosi -. Democraticamente lunedì si voterà con le regole in vigore e democraticamente avremo il nuovo presidente di Federcalcio. Se nel segreto dell'urna non si dovesse verificare questo cioè la maggioranza più uno, allora si aprirebbero scenari diversi».