De Rossi: Solo un ritardo, nessuna rissa
Centrocampista ribadisce la fiducia in Luis Enrique: Mi trovo in un gruppo di persone perbene e l'allenatore è il primo di queste. Mi sono sempre trovato bene con lui e mi piace il fatto che tratta l'ultimo ragazzino della Primavera come tratta me o Francesco
MILANO - «Diciamo che non è stata una giornata positiva per me, mi è dispiaciuto non giocare ma ci tenevo a precisare che non ci sono state risse, mancanze di rispetto, nessuna offesa. Sono sempre stato una persona corretta e professionale, ieri sono stato invece un po' disattento». Così Daniele De Rossi commenta la decisione del tecnico Luis Enrique di lasciarlo in tribuna contro l'Atalanta, dopo che il giocatore si era presentato in ritardo alla riunione tecnica prima della partita.
Luis Enrique è una persona per bene - Il centrocampista giallorosso, dal ritiro della Nazionale azzurra, prende la parola per mettere a tacere le voci sui motivi della sua assenza a Bergamo: «Parlo perché non ho nulla da nascondere - aggiunge De Rossi e perché a Roma già si sta creando il caos. E anche per dire che non ho mancato di rispetto a nessuno, non ho fatto a botte con Kjaer e non sono scappato. Ho commesso un errore come professionista. Luis Enrique aveva sempre detto che un ritardo comportava l'esclusione».
De Rossi ribadisce di avere totale fiducia nel tecnico spagnolo: «Mi trovo in un gruppo di persone perbene e l'allenatore è il primo di queste. Mi sono sempre trovato bene con lui e mi piace il fatto che tratta l'ultimo ragazzino della Primavera come tratta me o Francesco (Totti, ndr) e a Bergamo ha fatto altrettanto. Continuo a fidarmi delle sue scelte e del modo di gestire il gruppo, spero che si continui a fidare di lui anche la tifoseria. So che a Roma si sta creando un po' di caos e mi dispiace perché l'ho creato io in primis. C'è da pensare solo alla gara di domenica (il derby, ndr) e abbiamo già parlato abbastanza della partita di Bergamo».