19 aprile 2024
Aggiornato 09:30
Delusi gli afro-scettici

Il Sudafrica sogna le Olimpiadi

Vinta la sfida «mondiale» sul rischio sicurezza, il Paese è chiamato a fronteggiare i problemi interni

JOHANNESBURG - Non è morto nessuno. Non ci sono state persone accoltellate, rapite o finite nelle mani delle bande di rapinatori. Smentite le Cassandre della vigilia sul rischio sicurezza del Sudafrica, Paese che vanta il triste record di 50 omicidi al giorno, oggi la nazione arcobaleno si gode i complimenti della Fifa e guarda avanti, puntando alle Olimpiadi del 2020. Non dimenticando, però, le sfide di casa propria.

Nella conferenza stampa conclusiva dei Mondiali 2010, il Presidente della Fifa, Joseph Blatter, ha rivolto «un complimento enorme al Sudafrica, al popolo sudafricano, al governo, al comitato organizzatore locale (Loc), ai responsabili della sicurezza, e alla formidabile ospitalità offerta dal popolo del Sudafrica». Una gestione impeccabile dell'evento internazionale lodata da molti, e che la stampa nazionale chiede venga applicata anche negli affari interni. «Ora che il Paese ha dimostrato ciò di cui è capace, deve agire nello stesso modo per fornire i servizi essenziali alla sua gente», ha scritto il quotidiano The Times.

«Ieri c'è stata la finale, ma non è stata certamente la fine, quanto piuttosto l'inizio di un futuro migliore per il Sudafrica e l'Africa», ha voluto sottolineare oggi il Presidente Jacob Zuma. E le sfide non mancano in Sudafrica, Paese dove, a 16 anni dalla fine dell'apartheid, oltre il 40% della popolazione, in maggioranza nera, vive con meno di due dollari al giorno e non sono garantiti i servizi pubblici nelle zone più povere. Proprio nelle township, i Mondiali hanno alimentato un forte sentimento di frustrazione, tanto da far temere nuove ondate di violenze xenofobe, dopo quella del 2008, costata la vita a 62 persone.

Se molti non hanno potuto seguire le partite perchè privi di tv o elettricità, in tanti non sono neanche riusciti a trarre alcun beneficio economico dall'evento. «Ho venduto una mucca per comperare merce da vendere», ha raccontato Kwenzekile Nzama, 54 anni, che offriva canestri in vimini e maschere fuori dal fan park di Durban. «Oggi mi mordo le mani», afferma, rimproverando alla Fifa e al governo di aver tenuto i venditori ambulanti fuori dai siti ufficiali.