19 agosto 2025
Aggiornato 01:00
Vancouver 2010

Italflop, Petrucci: sono avvilito, non si parli di sfortuna

«La realtà è sotto gli occhi di tutti ma nessun commissariamento»

ROMA - «La realtà è sotto gli occhi di tutti». «Sono avvilito». E ancora: «Non si può dire che siamo stati sfortunati, il risultato è quello acquisito e serve un'analisi seria». Sullo sfondo dell'ennesima gara senza medaglie italiane Gianni Petrucci parla svelto e deciso, di tanto in tanto rinvia l'analisi definitiva al termine di queste Olimpiadi di Vancouver ma fa capire, ancora una volta, che le somme sono già state tirate. Risultati alla mano, con la delusione del gigante femminile incassata da pochi minuti, il presidente del Coni non fa nulla per nascondere l'evidenza: l'avventura azzurra ai Giochi della neve si è risolta in un fallimento. Un flop.

«Noi siamo bravi a fare i complimenti agli altri», dice Petrucci ai microfoni di Sky Sport, «in questi giorni facciamo sempre i complimenti ai nosti amici che vincono. E noi non vinciamo. Ci sta anche la sconfitta, ma mancano pochi giorni e la realtà è sotto gli occhi di tutti». Il massimo esponente del comitato olimpico italiano avverte tuttavia che per ogni «commento sereno» bisognerà aspettare il sipario su Vancouver 2010, ma lo scarno bottino italiano parla chiaro e non ammette scusanti. «Tutto quello che dovevamo avere dal governo lo abbiamo avuto, quello che dovevamo dare alle federazioni lo abbiamo dato», aggiunge Petrucci, «mi dispiace per i due presidenti federali delusi (Sport Invernali e Sport del Ghiaccio; ndr). Confermo comunque che non c'è alcuna ipotesi di commissariamento, è un'ipotesi infondata e impossibile, oltretutto. Ce l'hanno messa tutta, i presidenti stiano tranquilli fino alla fine delle Olimpiadi, poi ci saranno le elezioni».

Tranquilli fino a domenica, dunque: il bilancio è vicino e Petrucci fa capire che non saranno ammesse scusanti o giustificazioni. «Chi vince ha sempre ragione», spiega, «io non parlo di fortuna o di sfortuna. Dispiacciono i quarti posti, le medaglie di legno, ma non si può dire che siamo sfortunati. Il risultato è quello acquisito, serve un'analisi seria. Nessuno viene messo all'indice ma le responsabilità sono nostre. Dobbiamo essere seri e sereni, senza cercare scuse: non voglio sentir parlare di neve, sci o sciolina». Lo stato d'animo del presidente del Coni, insomma, resta sempre lo stesso: «Lo confermo, è avvilimento».