23 aprile 2024
Aggiornato 10:30
Indagine Vanoc

Kumaritashvili morto per un errore umano

Scagionata la pista di Whistler, ma il tracciato subirà modifiche

WHISTLER - La morte di Nodar Kumaritashvili è stata causata da un errore dell'atleta e non dalla pista di Whistler. Lo ha stabilito un'indagine condotta dalla federazione internazionale dello slittino e dal comitato dei Giochi di Vancouver, che nella serata canadese di ieri, mentre le Olimpiadi Invernali celebravano la cerimonia di apertura, hanno delineato un primo contorno al tragico ed orribile incidente dello slittinista 21enne georgiano, deceduto dopo essere finito fuori pista durante le prove.

Nonostante l'esito della rapidissima indagine scagioni la pista (oggi le competizioni di slittino prenderanno il via regolarmente) le autorità sportive dello slittino e del Vanoc hanno tuttavia deciso di alzare subito il muro su cui è finita la vita di Kumaritashvili, sbalzato fuori pista ad altissima velocità dopo avere perso il controllo in prossimità dell'ultima curva. Oltre alle modifiche a quel punto del lato sinistro del budello di gara si è deciso di «cambiare il profilo del ghiaccio». Come, dove e quanto non si sa. Quello che è certo è che secondo la federazione ed il comitato di Vancouver queste modifiche sono state decise «per evitare che si verifichi nuovamente un simile ed estremamente insolito incidente».

L'indagine condotta dimostra, sostengono ancora federazione e comitato dei Giochi, che l'incidente è stato frutto di un errore umano e che «non ci sono indicazioni che portino ad ipotizzare un incidente casato da carenze della pista». Nel particolare l'inchiesta ha stabilito che Kumaritashvili sarebbe uscito in ritardo dalla penultima curva senza riuscire a compensare il suo errore di posizione: «Questo - sostengono le autorità sportive - ha portato ad un ingresso ritardato nella curva 16 e pur tentando di correggere il problema l'atleta alla fine ha perso il controllo del suo slittino, con il risultato del tragico incidente».