Giro, Zomegnan duro: Gesto premeditato, corridori non rispettosi
«La verità è che qui bisognava alzare il sedere a ogni curva»
E' visibilmente contrariato il direttore del Giro d'Italia Angelo Zomegnan per l'atteggiamento dei corridori durante la nona tappa, che ha portato all'annullamento dei tempi dopo la presa di posizione del gruppo che contestava la sicurezza del circuito di Milano.
«Io ho massimo rispetto per i corridori, ieri ho impedito ogni celebrazione, ho fatto spegnere la musica perché a 300 metri da noi c'era un ragazzo che rischiava la vita. Oggi però quello che è accaduto è un gesto non rispettoso nei confronti né del Giro né della gente di Milano. Poi ognuno trarrà le proprie considerazioni», ha detto Zomegnan ai microfoni della Rai. «La verità - ha aggiunto polemico - è che in questo circuito bisogna scattare, bisogna alzare il sedere a ogni curva e quando qualche corridore invecchia gli si accorciano le gambe e gli si allunga la lingua».
Zomegnan ha ricostruito cronologicamente la vicenda: «Ho sentito cose inesatte, io ho una sola certezza, che da due giorni rimbalzavano sms critici nei confronti di questo circuito, che era stato provato dalla commissione tecnica e aveva superato tutte le prove. Penso che ci sia stata premeditazione. Stamattina - ha proseguito - appena i corridori si sono messi in corsa ci hanno palesato perplessità su alcune curve, su alcune situazioni. Noi abbiamo condiviso queste paure e fatto appello al buon senso, decidendo di neutralizzare i tempi. Ma se i primi quattro giri sono stati fatti ai 33 km orari, e gli ultimi tre ai 50, forse così difficile e ostico non era...».
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