18 aprile 2024
Aggiornato 10:00
Osteosarcoma

Mentre gioca con gli amici cade e scopre di avere il cancro, Marcus muore a soli 12 anni

Il piccolo Marcus Richmond muore a 12 anni per un osteosarcoma scoperto per caso mentre gioca con gli amici. La sua tragica storia

Marcus muore a 12 anni per osteosarcoma - Immagine rappresentativa
Marcus muore a 12 anni per osteosarcoma - Immagine rappresentativa Foto: Lopolo | Shutterstock Shutterstock

LEICESTER – Si è conclusa così, tragicamente, la vicenda del piccolo Marcus Richmond di 12 anni, stroncato da un osteosarcoma. Lascia questa vita due anni dopo la diagnosi e la scoperta per caso del cancro alle ossa, avvenuta dopo che il bimbo era inciampato nella palla da cricket nell’agosto del 2016 e si era rotto un braccio.

La tragica scoperta
Marcus, di Cropston nel Leicestershire (UK) stava giocando con i suoi amici, come tutti i bambini della sua età. Poi, cade e si frattura il braccio. Un ‘banale’ incidente come, anche in questo caso, a volte capita tra i bambini della sua età. Portato dai genitori in ospedale a Leicester, i medici scoprono che la sua non è una semplice fattura, ma c’è purtroppo dell’altro. Dopo gli esami per fare il quadro della situazione, la diagnosi è osteosarcoma, un raro tumore delle ossa che, nel caso di Marcus si era già diffuso. «Hanno scoperto che si era già diffuso ai suoi polmoni e Marcus ha iniziato otto mesi di chemioterapia quasi immediatamente», ha dichiarato ai media locali la madre Johanna. Poi, per tentare di contenere la diffusione del cancro, a Marcus viene amputato il braccio fin sopra la spalla destra. Lui, anche se così piccolo, dimostra un coraggio inaspettato e si fa forza.

Ha tenuto duro fino all’ultimo
Il piccolo Marcus, a cui non era stato detto che il suo era un cancro in stadio terminale, non ha mai perso la speranza, e si è distinto per la sua voglia di vivere sottolineata dall’essere sempre sorridente, anche di fronte al dramma che si stava consumando – così come testimoniato anche dal padre Glenn e dalla sorella di 16 anni Elise. Ma le cose erano destinate a peggiorare. «Dopo due cicli di circa cinque settimane ciascuno, i medici ci hanno chiamato e ci hanno detto che la chemioterapia non funzionava più e che non c’era nient’altro che potevano fare per mio figlio – ha raccontato la mamma – Non dimenticherò mai il giorno in cui mi hanno detto che il cancro di mio figlio era terminale. Eravamo devastati, e non abbiamo mai detto che stava morendo (come potresti dire a tuo figlio che sta morendo?). Non glielo abbiamo detto perché non volevamo che perdesse la speranza», aggiunge la mamma.

Le cure e il calvario
Il piccolo Marcus ha iniziato subito dopo la diagnosi un ciclo di chemioterapia. Durante questa prima fase sembrava che la battaglia fosse vinta, e che il cancro si fosse fermato – come anche i medici dissero ai genitori. Poi, durante un viaggio a Lourdes nell’estate del 2017, la mamma di Marcus nota che il suo braccio era gonfio, il che le fece sospettare che qualcosa non andava. «Ero sempre preoccupata che il cancro non fosse dormiente. Dopo che siamo tornati, i test hanno dimostrato che il cancro era ricomparso e ha dovuto sottoporsi a un altro ciclo di estenuanti sessioni di chemioterapia. Ha iniziato la chemioterapia quasi un anno dopo l’ultimo round – ha raccontato Johanna – Dopo due cicli di circa cinque settimane ciascuno, i medici hanno chiamato. E’ stato quando mi hanno detto che la chemioterapia non funzionava affatto e non c’era nient’altro che potevano fare per mio figlio». Per consolare Marcus, la famiglia gli ha poi comprato un piccolo pappagallino, dato che lui amava gli uccelli esotici. «Voleva un pappagallo perché li amava, ma abbiamo optato per un pappagallino come compromesso».
Come ultima speranza, Marcus fu avviato a una terapia sperimentale chemioterapica e un’altra tecnica che pareva desso risultati incoraggianti. Marcus, il 3 maggio, fu portato al Birmingham Children’s Hospital per i test e per prepararsi per il processo. «Ma non ha mai potuto prendere parte al processo – spiega la madre – Marcus aveva problemi di respirazione ed è andato in ospedale per alcuni giorni. Poi ci hanno chiesto se volevamo portarlo a casa». Ha attraversato l’inferno ma è andato avanti con esso. Pochi giorni dopo essere tornato a casa, il 23 maggio Marcus è morto circondato da amici e familiari.