30 luglio 2025
Aggiornato 21:00
Caffè e Alzheimer

Il caffè può peggiorare l’Alzheimer

Secondo alcuni ricercatori gli effetti negativi del caffè supererebbero quelli positivi, specie quando si tratta di Alzheimer e disturbi psichiatrici

Il caffè peggiora i sintomi dell'Alzheimer
Il caffè peggiora i sintomi dell'Alzheimer Foto: StockLite | Shutterstock Shutterstock

Quando si parla di ricerche scientifiche il caffè è come il vino: scienziati di tutto il mondo combattono armati di studi che dimostrano la sua pericolosità o, al contrario, i suoi benefici. Nonostante ciò, probabilmente la verità sta nel mezzo: nessuno dei due alimenti può essere demonizzato e neppure considerato una sorta di panacea. Questa volta è toccato al caffè a essere sotto esame, accusato di peggiorare i sintomi dell’Alzheimer, ansia e disturbi psichiatrici.

Alzheimer e i disturbi psichiatrici
Chi tollera poco il caffè sa che questa bevanda può presentare alcuni effetti collaterali. Tra i più comuni ci sono le tachicardie, l’agitazione, il nervosismo e l’ansia. Ma secondo alcuni ricercatori tutti questi problemi si accentuerebbero sui pazienti affetti da varie forme di demenza come l’Alzheimer.

Non solo memoria
Quando si parla di demenza e Alzheimer si pensa sempre ai disturbi cognitivi, ma in realtà il paziente affetto da queste temili patologie, presenta anche sintomi ben più evidenti. Tra questi ricordiamo modifiche comportamentali, alterazioni dell’umore, ansia, depressione, apatia, allucinazioni e paranoie. Tutti problemi che pare vengano enormemente accentuati dal consumo di caffè.

Paura di tutto ciò che è nuovo
Secondo gli scienziati spagnoli bere il caffè potrebbe portare alla neofobia, ovvero alla paura di tutto ciò che è nuovo. Ma anche una maggior ansia, alterazioni emotive e cognitive. Questi, per lo meno, sono i risultati ottenuti su modello animale. «I topi sviluppano la malattia di Alzheimer in modo molto simile ai pazienti umani con una forma precoce della malattia. Essi non solo mostrano i tipici problemi cognitivi ma anche una serie di sintomi simil-comportamentali e psicologici di demenza (BPSD), quindi sono un modello valido per valutare se i benefici della caffeina saranno in grado di compensare i suoi presunti effetti negativi», ha dichiarato Raquel Baeta-Corral dell'Università di Barcellona (Spagna).

Lo studio
Per avere una risposta alle loro domande, il team di ricerca ha analizzato l’effetto della caffeina su topi invecchiati e su quelli che avevano una familiarità per l’Alzheimer. In passato, il caffè veniva – paradossalmente – consigliato per prevenire l’Alzheimer. Il suo segreto, secondo quanto emerso da studi precedenti, risiederebbe nel blocco dei recettori dell’adenosina, implicati nelle disfunzioni delle malattie in età avanzata. Tuttavia, i risultati dello studio attuale sembrano ricordare che gli effetti negativi sono maggiori di quelli positivi. «Le nostre osservazioni sugli effetti avversi della caffeina nel modello di una malattia di Alzheimer, insieme a precedenti osservazioni cliniche, suggeriscono che una esacerbazione di sintomi simili a BPSD può in parte interferire con i benefici effetti cognitivi della caffeina», concludono i ricercatori.