Almeno 500mila casi di infezioni resistenti agli antibiotici, l'allarme dall'OMS
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, nel mondo almeno mezzo milione di persone sono state infettate da batteri resistenti agli antibiotici. Un allarme sempre più attuale

ROMA – Numeri che fanno paura quelli enunciati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) in un nuovo Rapporto che parla di almeno 500mila persone colpite da infezioni causate da batteri resistenti agli antibiotici. I numeri confermano quanto sia ormai diventata grave e allarmante l'antibiotico-resistenza. I numeri, anche se enormi, sono tuttavia sottostimati, poiché si riferiscono solamente a 22 Paesi al mondo. La resistenza gli antibiotici in tutto il mondo, specialmente se si considera che i dati diffusi oggi fanno riferimento solo a 22 paesi. Le infezioni resistenti riscontrate sono quelle per gli antibiotici più usati e ritenuti efficaci, come per esempio la penicillina. Cosa che rende le cose ancora più preoccupanti.
Il rapporto
Questa è dunque la situazione emersa dal primo Rapporto di Sorveglianza sull’antibiotico-resistenza dell’Oms, in cui si sono rilevati preoccupanti e «alti livelli di resistenza a un numero di gravi infezioni batteriche» nei Paesi ad alto e basso reddito – quindi anche l'Italia.
Il Rapporto riporta come ««Il nuovo sistema globale di sorveglianza antimicrobica dell’OMS (GLASS) rivela una diffusa resistenza agli antibiotici tra 500mila persone con sospette infezioni batteriche in 22 Paesi», al mondo.
I più resistenti
Tra i batteri resistenti causa di infezioni più comuni riscontrate sono stati l'Escherichia coli, la Klebsiella pneumoniae, lo Staphylococcus aureus e lo Streptococcus pneumoniae, seguiti dal batterio della Salmonella Spp. All'appello mancavano tuttavia i dati riguardanti la resistenza del Mycobacterium tuberculosis, che è causa della tubercolosi.
Un quadro sconvolgente
Il quadro dipinto dal Rapporto dell'OMS è a dir poco sconvolgente, visto l'impressionante impatto sulla salute e la vita delle persone in tutto il mondo. Sempre più resistenza, infatti, equivale a sempre minori possibilità di cura e a un aumento delle morti. Secondo il Rapporto dell'OMS, poi, esiste un divario sconcertante tra i diversi Paesi, dove nei pazienti con sospette infezioni sistematiche la percentuale di batteri resistenti ad almeno uno degli antibiotici più comunemente impiegati nella cura usati varia da un livello pari a Zero fino all’82%. ««La resistenza alla penicillina – il farmaco usato per decenni in tutto il mondo per trattare la polmonite – variava da 0 al 51% tra i Paesi segnalanti. E tra l’8% e il 65% di Escherichia coli associato a infezioni del tratto urinario ha presentato resistenza alla ciprofloxacina, un antibiotico comunemente usato per trattare questa condizione», si legge nel Rapporto.
Una situazione estremamente grave
Quello che pertanto emerge dal Rapporto dell'OMS è una situazione estremamente grave, per la portata che questa resistenza ha sulla Sanità e sulla vita delle persone stesse – che si vedono messa in pericolo dallo spettro della non possibilità di cura. «Alcune delle infezioni più comuni del mondo, e potenzialmente più pericolose, si stanno dimostrando resistenti ai farmaci – dichiara dottor Marc Sprenger, direttore del Segretariato sulla resistenza antimicrobica dell’OMS – E cosa più preoccupante di tutte è che i patogeni non rispettano i confini nazionali. Ecco perché l’OMS sta incoraggiando tutti i Paesi a istituire buoni sistemi di sorveglianza per la rilevazione della resistenza ai farmaci in grado di fornire dati a questo sistema globale». Certo è che se non si trovano soluzioni efficaci, e in tempi relativamente brevi, la situazione potrebbe sfuggire di mano e arrivare a quello che è detto un punto di non ritorno.
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