20 aprile 2024
Aggiornato 15:30
Infleunza stagionale

Sta arrivando il picco influenzale: i consigli degli esperti per difendersi

In Italia saranno colpiti dall'influenza diversi milioni di persone. Attenzione a non prendere sotto gamba la malattia e come riconoscere quella 'vera'

Influenza in Italia
Influenza in Italia Foto: Shutterstock

ROMA – Con 7 milioni di italiani corsi dal medico, i pronto soccorso intasati, le numerose chiamate alla Guardia Medica e tutti quelli a letto, l'influenza sta facendo parlare di sé come non mai in questo ultimo periodo. Le notizie sul 'male di stagione' che poi giungono dall'Australia non sono rassicuranti, lì infatti c'è stato un elevato incremento della diffusione della malattia e dei casi gravi rispetto agli anni precedenti, con oltre 50 morti. Ecco perché l'influenza è da prendere sotto gamba. L'influenza non va sottovalutata poiché è la terza causa di morte fra le malattie infettive, dopo la Tubercolosi e l'Aids. Il 90% dei decessi si registra fra gli anziani, questi spesso preceduti da complicanze che ne determinano l'ospedalizzazione.

Attenzione alle conseguenze
«Se è vero che l'influenza non deve destare preoccupazione nella popolazione sana, essa può portare conseguenze gravi nei soggetti più a rischio – spiega il prof. Fabrizio Pregliasco, Virologo, Ricercatore del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell'Università degli Studi di Milano e Direttore Sanitario IRCCS Galeazzi di Milano – In tal senso, il vaccino costituisce, senza dubbio, un salvavita per le categorie più fragili: i bambini piccoli, gli over 65 e coloro che sono affetti da patologie croniche sia di natura respiratoria che cardiaca».

In attesa del picco
Anche se il picco influenzale è atteso dopo l'Epifania– quindi da ora in poi – migliaia di italiani sono già bloccati a letto in queste ore. La causa però non è solamente l'influenza vera e propria, infatti si stanno ancora registrando infezioni ad opera di virus 'cugini': «Attualmente, oltre i primi casi di influenza conclamata, stiamo assistendo, principalmente, alla circolazione di forme parainfluenzali legate agli sbalzi termici, causate da uno dei 262 virus diversi che hanno sintomi meno pesanti dell'influenza stagionale, ma che sono ugualmente debilitanti», precisa Pregliasco.

Come distinguere quella 'vera'
Per il picco dell'influenza vera bisognerà ancora aspettare un almeno mese, ma come distinguerla dagli altri mali di stagione? «La 'vera' influenza sottolinea il prof. Pregliasco – si riconosce perché causa la presenza contemporanea di tre fattori: febbre elevata (più di 38 gradi) a esordio brusco, sintomi sistemici come dolori muscolari/articolari e sintomi respiratori come tosse, naso che cola, congestione/secrezione nasale o mal di gola. Questi sintomi perdurano per diversi giorni e, nei soggetti più deboli, possono insorgere gravi complicanze, purtroppo a volte dall'esito addirittura fatale. Per tutte le altre patologie circolanti nei mesi invernali, si parla di infezioni respiratorie acute o sindromi parainfluenzali, ugualmente fastidiose, certo, ma non pericolose come può essere l'influenza per alcune categorie o fasce d'età».

Come proteggersi
Oltre alla vaccinazione ci sono alcune misure efficaci nel prevenire infezioni di questo tipo: lavarsi frequentemente le mani, coprire la bocca e il naso quando si starnutisce e tossisce e rimanere a casa nei primi giorni di malattia respiratoria febbrile per non contagiare le persone con cui si viene in contatto. L'influenza è altamente 'età-dipendente': se è vero che il paziente anziano è maggiormente vulnerabile al virus di tipo A, il virus B ha un impatto relativamente maggiore nei bambini e negli adolescenti. Una strategia vaccinale ottimale dovrebbe tener conto di questi aspetti epidemiologici. «Gli anziani, anche se in buona salute, hanno una ridotta capacità di risposta agli stimoli antigenici ed è quindi importante scegliere per loro un vaccino in grado di potenziare la risposta immunitaria – continua Pregliasco – Nei vaccini adiuvati, oltre all'antigene, cioè quella sostanza che è propria dei batteri o dei virus verso la quale dobbiamo innescare la difesa, contiene anche altre sostanze adiuvanti, che aiutano il sistema immunitario a reagire in maniera più efficace alla presenza del virus».

Perché vaccinarsi
Tutto ciò è stato ampiamente confermato dalla ricerca scientifica, infatti il vaccino adiuvato viene utilizzato in circa 30 Paesi del mondo, inclusi gli Stati Uniti d'America. Recentemente, anche il Joint Committee on Vaccination and Immunisation (JCVI) Inglese ha espresso parere positivo per l'utilizzo del vaccino trivalente adiuvato negli over 65 in Gran Bretagna a partire dalla stagione influenzale 2018-19. «Vaccinarsi – conclude Pregliasco – rappresenta un indubbio contributo a preservare le aspettative e la qualità di vita, soprattutto nei più anziani, sia in termini di benessere fisico che psicologico. La prevenzione è l'arma vincente, perché offre sempre la grande opportunità di poter condurre una vita in salute, attiva e indipendente».