28 agosto 2025
Aggiornato 00:00
Non mangiare cozze vive

Allarme per l'Escherichia coli nelle cozze vive. Ecco come difendersi, sintomi e rimedi

Il Sistema europeo di allerta alimentare ha lanciato un'allerta sulle cozze vive e il serio pericolo per chi le mangia. Si rischia un'infezione da Escherichia coli. Che cos'è, sintomi e rimedi

Cozze contaminate da Escherichia coli
Cozze contaminate da Escherichia coli Foto: Shutterstock

ROMA – Lanciata in tutta Italia l'allerta per le cozze vive, che risultano essere molto pericolose per la salute. Anche se non si capisce come possa, oggi, esserci ancora qualcuno che decida di mangiare cozze crude e vive, il RASFF, ovvero il Sistema di Allerta europeo Rapido per la Sicurezza alimentare mette in guardia dai pericoli di questa pratica e consiglia, ovviamente, di consumare le cozze soltanto dopo un'accurata cottura. Uno dei principali rischi, nel caso specifici, è la presenza «oltre i limiti di legge» del pericoloso batterio Escherichia coli.

Tutti allertati
Dopo l'annuncio sul rischio, che si estende su tutto il territorio italiano, a essere sotto accusa sarebbero gran parte delle cozze vive vendute sul mercato della Penisola. A essere stati allertati sono sia i mercati, che le pescherie in genere e i super e ipermercati o GDO.

Intossicazioni e infezioni
L'Escherichia Coli è naturalmente presente nell'ambiente. Tuttavia lo si trova in maggiori concentrazioni (potenzialmente pericolose) nelle acque inquinate da liquami e prodotti organici come feci (compreso dunque il mare in cui facciamo tranquillamente il bagno d'estate). Se si ingerisce per caso questo batterio in una quantità superiore al normale si rischia appunto un'infezione.

I sintomi dell'infezione da Escherichia coli
L'Escherichia coli è un batterio, o enterobatterio, piuttosto tenace e potente. I primi sintomi che denunciano una sua infezione sono nausea, violenti crampi addominali, diarrea, vomito. Se non trattato in tempo, o se l'infezione è più grave, da questi primi sintomi si può passare a infezioni delle vie urinarie, con febbre anche elevata. Ma i rischi più grandi è che l'intossicazione si evolva in meningite, polmonite, peritonite e mortale setticemia.

L'Escherichia coli
Come detto, questo batterio è naturalmente presente nell'ambiente. Lo si trova in maggiori quantità dove vi siano emissioni di materia fecale. Si conti che un essere umano, in media, espelle giornalmente tramite le sue feci un numero di unità di E. coli variabile da 10 a 100 milioni formanti una colonia.
Di Escherichia coli se ne conoscono oggi 171 sierotipi. Sono tutti stati classificati in base alle caratteristiche e al grado di invasività e alle patologie che possono causare. Al momento non è esiste una cura specifica per contro questo batterio e le sue infezioni. In alcuni casi si ricorre alla terapia antibiotica – specie se si è una malattia conseguente come la meningite o altra patologia contro i batteri. In genere l'infezione guarisce spontaneamente da sé nel giro di qualche giorno, a meno che non si sia un soggetto debilitato o immunodepresso.

La prevenzione
Per prevenire le infezioni da Escherichia coli, oltre ovviamente a non consumare cozze crude e vive, è buona abitudine lavarsi bene le mani dopo essere andati in bagno – anche se oggi sono ancora in molti (specie maschi) che non lo fanno. Allo stesso modo, bisogna fare attenzione a tutti i luoghi in cui ci può essere presenza di liquidi organici o fecali. Non dimentichiamo che molti di questi batteri sono stati trovati dagli scienziati in posti apparentemente estranei come le tastiere di computer, maniglie di porte, telefonini eccetera. Per cui è bene lavarsi sempre le mani prima di toccare un qualcosa che poi si porta alla bocca. Quando si va al mare e si fa il bagno, bisognerebbe evitare di far entrare l'acqua in bocca poiché l'Escherichia coli è oggi presente in grandi quantità proprio nell'acqua di mare – e non a caso le cozze ne contengono un bel po'.