Cervello: ricercatori pisani svelano il segreto dell’evoluzione
Alcuni ricercatori dell’Università di Pisa sono riusciti a scoprire il vero segreto dell’evoluzione. Ecco cosa ci distingue dai nostri antenati primati

Il nostro cervello rappresenta, ai giorni nostri, un vero e proprio enigma. Da centinaia di anni, scienziati di tutto il mondo, cercano di comprendere le sue incredibili funzioni. Ma la verità è che sappiamo ancora troppo poco. Pare che la scienza abbia compreso sì e no, le basi del 5-10% di tutto questo enorme ammasso di cellule nervose. Ma un piccolo passo avanti lo hanno fatto da poco alcuni scienziati italiani che sembrano aver compreso alcuni meccanismi evolutivi. Ecco il risultato del loro studio pubblicato su Science.
Cosa ci differenzia dalle scimmie?
A prima vista sembriamo degli esseri completamente differenti. Loro appartengono alla classe degli animali, noi a quella degli umani. Inoltre noi siamo dotati di tutt’altra intelligenza, siamo in grado di fare molte più cose, studiare e comprendere i segreti della vita. Peccato, però, che a conti fatti noi condividiamo il 98,5% dei geni di uno scimpanzé. È quanto emerge da uno studio sul sequenziamento genetico pubblicato su Genome Research. La differenza, dunque, non sta tanto nei singoli geni ma nella sua espressione. In pratica sono i grandi riarrangiamenti del DNA che distinguono l’animale dall’uomo.
Neuroni differenti
Il team coordinato da Marco Onorati, ricercatore al Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa e visiting scientist presso la Yale University, ha anche evidenziato un’altra importante modifica. Secondo il loro studio, durato ben sei anni, la corteccia cerebrale dell’uomo possiederebbe un particolare tipo di neuroni chiamati interneuroni dopaminergici. Questi, però, sarebbero assenti nelle grandi scimmie.
Capacità cognitive uniche
«Il nostro cervello possiede capacità cognitive che lo rendono unico – spiega Onorati – e l’identificazione nella corteccia cerebrale umana degli interneuroni dopaminergici, non presenti in quella delle grandi scimmie africane come scimpanzé, bonobo e gorilla, costituisce un passo importante nella comprensione di cosa ci rende umani».
Geni arricchiti
Se dunque condividiamo con lo scimpanzé quasi tutti i geni, i nostri sono decisamente arricchiti. Tra questi vi è quello implicato nella sintesi della dopamina. I neuroni dopaminergici risiedono in una particolare area cerebrale denominata sostanza nera, sia nei primati che nell’uomo. Ma solo nel cervello umano si trovano anche nella corteccia cerebrale. Per comprendere a fondo la funzione di tali neuroni, gli studiosi li hanno generati in laboratorio grazie all’utilizzo di cellule staminali pluripotenti.
Si trovano in quantità ridottissime
«Per quanto riguarda i numeri, questi interneuroni sono rari, meno dell’1% e, tuttavia, essendo coinvolti nella sintesi della dopamina, possono regolare funzioni cognitive superiori tipiche dell’uomo, come la memoria e il comportamento, oltre ad essere coinvolti in malattie come il Parkinson o alcune forme di demenza, per le quali questo studio potrà in futuro fornire nuove prospettive», conclude onorati.