Scambio di provette per omonimia, muore dopo 24 giorni di agonia
Fatto shock a Belluno, per uno scambio di provette a causa di omonimia a un paziente ricoverato all'ospedale di Pieve di Cadore gli fu data una terapia sbagliata. A processo 4 medici dell'Usl Belluno
BELLUNO – Una morte beffarda, quella di un uomo che a causa di una omonimia ricevette una terapia sbagliata. Nell'ospedale dove era ricoverato, furono infatti scambiate le provette di sangue al paziente, un errore che probabilmente portò alla morte il bellunese Alberto Giacobbi, 76 anni. Per questo motivo sono accusati di omicidio colposo 4 medici dell'ospedale di Pieve di Cadore nel processo che si sta celebrando a Belluno.
Il dirigente medico dell'ex Usl 1, Raffaele Zanella ha riferito al giudice, come riporta Il Gazzettino, che un medico gli disse «che c'era stato uno scambio di prelievi» e di aver quindi «ritenuto di procedere alla segnalazione all'autorità giudiziaria». Il caso avvenne il 9 maggio 2014, nel reparto di Medicina, quasi un mese dopo il ricovero per una lombosciatalgia di Alberto Giacobbi e, forse per una terapia anticoagulante troppo leggera, le sue condizioni si sono via via aggravate, con due embolie e un infarto, fino alla morte. Causata, pare, dalle cure errate. La figlia della vittima, ha sostenuto che il padre è morto «per emorragia cerebrale indotta dalle terapie anticoagulanti effettuate con un erroneo dosaggio, Per un'omonimia la terapia era stata calibrata su una persona che aveva un problema più lieve».
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