19 aprile 2024
Aggiornato 07:30
Più longevità per cellule, muscoli e nervi

Perché giocare a calcio allunga la vita e ritarda l’invecchiamento

Dal congresso nazionale sulla Medicina di Laboratorio SIBioC di Firenze, il prof. Ciaccio: «Ora siamo in grado di studiare particolari sostanze nei muscoli che agiscono come antiageing in chi pratica sport per lunghi periodi». Giocare a calcio allunga la vita di cellule, muscoli e nervi

Giocare a calcio pare allunghi la vita
Giocare a calcio pare allunghi la vita Foto: Shutterstock

FIRENZE – Da Firenze, in occasione del 49° Congresso Nazionale della SIBioC (Società Italiana Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica), arriva la notizia che giocare a calcio allunga la vita, e ritarda anche l’invecchiamento di cellule, muscoli e nervi. Il gioco del calcio, grande passione degli italiani, si arricchisce dunque di un motivo in più per praticarlo – che va al di là del semplice essere tifosi. In particolare, chi gioca a pallone per molti anni vede beneficiare di un’azione anti-invecchiamento sulle cellule muscolari e nervose, sottolineano gli esperti a congresso. Quest’anno, il meeting s’intitola ‘Medicina di Laboratorio e Clinica: tra presente e futuro’ e si tiene a Firenze fino a mercoledì 18 ottobre, presso il Palazzo dei Congressi.
«Oggi la nostra disciplina, sempre più aggiornata e trasversale, è in grado di studiare particolari sostanze nei muscoli – spiega il prof. Marcello Ciaccio, presidente della società scientifica – che ci permettono di verificare quanto l’esercizio fisico continuativo influenzi la longevità. Allo studio, presentato nel corso del nostro congresso annuale, ha partecipato il gruppo dell’università di Napoli in collaborazione con quella di Copenhagen e ha permesso di verificare che chi ha giocato a football per lungo periodo presenta una migliore funzione cardiorespiratoria rispetto ai coetanei che non hanno praticato sport. I marker che oggi siamo in grado di studiare in laboratorio indicano che il calcio praticato per tutta la vita consente di ottenere risultati positivi sulla regolazione delle sostanze coinvolte nell’integrità delle cellule nervose e nei tessuti muscolari. Secondo i ricercatori, i dati indicano miglioramenti tali da considerare l’allenamento continuativo con l’attività calcistica uno strumento per la prevenzione delle malattie e per ritardare il declino legato all’età».

Quali benefici dall’allenamento fisico
Attraverso le misurazioni di laboratorio, gli scienziati sono stati in grado di documentare come l’allenamento fisico migliori la forza muscolare, la composizione corporea, la capacità cognitiva e la qualità di vita anche in pazienti con BPCO (Bronco-pneumopatia Cronica Ostruttiva). Diversi studi, poi, suggeriscono di praticare l’allenamento combinato, aerobico e di forza ad alta intensità. Questo perché il primo offre benefici sulla capacità cognitiva, mentre il secondo migliora la funzione muscolare periferica, la composizione corporea e i riflessi. L’esercizio di alta intensità nella BPCO offre grandi benefici in un tempo ristretto, rispetto alla bassa intensità.

Vantaggi anche per le donne con cancro al seno
Gli scienziati fanno notare che i vantaggi del movimento interessano anche le pazienti con cancro al seno. In questo senso, studi presentati al Congresso hanno dimostrato con ampia evidenza gli effetti benefici dell’attività fisica in tutte le fasi dello sviluppo del tumore, dalla prevenzione, terapia e cure successive. «L’allenamento di resistenza – sottolinea il Prof. Ciaccio – dovrebbe far parte del trattamento anche di queste pazienti per evitare abitudini sedentarie, perché ha dimostrato effetti positivi sull’atrofia muscolare. Quello della correlazione tra attività fisica e adattamenti biochimici dell’organismo è un settore a cui la SIBioC si sta dedicando con interesse. Si tratta di temi emergenti che rendono sempre più trasversale la medicina di Laboratorio non più sinonimo di analisi e test in provetta ma sempre più vicina alla clinica. Oggi – conclude il prof. Ciaccio – la nostra disciplina, grazie alle innovazioni tecnologiche e alla ricerca, svolge una funzione sempre più vicina agli individui, con il monitoraggio di diversi parametri che indicano precisi meccanismi fisiopatologici. Possiamo anche identificare prima della medicina clinica eventuali patologie, seguirne l’evoluzione e la risposta alle terapie».
Al Congresso Nazionale di Medicina di Laboratorio e Biochimica Clinica partecipano oltre 100 relatori tra i più illustri professionisti del settore. In questa occasione è stato dato grande a nuove sfide nel campo del danno neurologico acuto, oltre che alla gestione di patologie a larga incidenza come diabete, aterosclerosi, infarto, tumori, malattie neurodegenerative.