25 aprile 2024
Aggiornato 08:30
Legionella dopo trapianto

Bologna, muore per legionella dopo il trapianto al Sant'Orsola. Caccia al batterio killer

Si era sottoposto a trapianto di reni al Sant'Orsola di Bologna. Solo che dopo due settimane dall'intervento un uomo di 59 anni è deceduto per legionella, il batterio killer che si prende per inalazione o con l'acqua contaminata

Legionella dopo il trapianto di reni a Bologna
Legionella dopo il trapianto di reni a Bologna Foto: Shutterstock

BOLOGNA – Il signor Vanes Casalini, di 59 anni, si era da poco sottoposto a un trapianto di reni, eseguito presso il policlinico Sant’Orsola di Bologna. Solo che a due settimane dall’intervento ha accusato un peggioramento delle sue condizioni, nonostante il trapianto fosse riuscito. La situazione è presto precipitata e, domenica scorsa, l’uomo è deceduto. La causa sarebbe imputabile alla legionella, un batterio killer che inquina le acque e che può essere trasmesso all’uomo per inalazione. Ora è stata aperta un’inchiesta, e i carabinieri Nas sono alla ricerca del batterio killer.

La vicenda
Il signor Casalini era stato sottoposto a un trapianto di entrambi i reni lo scorso 7 settembre. Dopo l’intervento, l’uomo ha trascorso la degenza post-operatoria prima nei reparti di Terapia Intensiva Trapianti padiglione 5 e poi in Terapia Intensiva Nefrologia padiglione 15. Dopo circa due settimane dal trapianto, che era andato bene, il 23 settembre scorso il paziente ha mostrato segni di peggioramento delle sue condizioni di salute. Fino all’aggravarsi e alla morte. Secondo quanto riferito dalla direzione della struttura, e come confermato dagli esami radiologici, le condizioni del paziente sono cambiate in seguito all’insorgenza di una polmonite bilaterale causata da Legionella Pneumoniae. In merito all’accaduto, la direzione dell’ospedale ha la Procura della Repubblica di Bologna, che ha aperto un fascicolo d’inchiesta per omicidio colposo ed è stata disposta l’autopsia. Allo stesso tempo sono stai inviati al Sant’Orsola i carabinieri Nas per raccogliere le cartelle cliniche e tutto quanto possa essere utile alle indagini – compreso l’accertare della presenza del batterio responsabile della morte del paziente. Nel frattempo l’azienda sanitaria ha fatto sapere che in tutto l’ospedale è ora attivo uno stretto monitoraggio delle acque calde – che sono l’ambiente prediletto dei batteri della legionella. Tuttavia gli indicatori sono risultati negativi agli ultimi controlli avvenuto a luglio e il 12 settembre. Al momento non esclude alcuna ipotesi, si tiene però presente che la legionella ha un’incubazione media che può arrivare fino a 10 giorni, e il paziente era ricoverato da più tempo.

Da dove è arrivato il batterio killer?
Le indagini congiunte tra carabinieri Nas e il Dipartimento di Sanità pubblica dell’Ausl di Bologna ora vertono sull’accertare il come e il dove il signor Casalini abbia contratto l’infezione che lo ha ucciso. Lunedì scorso i Nas hanno ispezionato i due reparti dove era ricoverato il paziente, per verificare la presenza della legionella.
«La Direzione del policlinico ha incontrato martedì mattina i famigliari esprimendo loro le condoglianze – li legge nella nota del Sant’Orsola – e garantendo la massima disponibilità per contribuire a ricostruire le cause di quanto accaduto». Ai pazienti ricoverati nell’ospedale, la direzione fa sapere che le acque calde che arrivano ai reparti dove era assistito l’uomo deceduto sono disinfettate grazie a due sistemi autonomi che producono e dosano in modo automatico il biossido di cloro.